LA LIBERTA' DI ELUANA

 di Daria Gotti Tedeschi

Il caso di Eluana merita un profondo e dovuto rispetto. Ed è per questo che  il presente intervento non vuole aggiungersi tanto alle già numerose opinioni espresse – con più o meno  leggerezza - sulla scelta dell’interruzione del trattamento a cui è sottoposta; vuole piuttosto essere un esame sul contenuto della sentenza emessa recentemente dalla Corte d’Appello, sentenza che ha autorizzato il padre di Eluana a disporre l’interruzione del trattamento di sostegno vitale della figlia seguendo i principi di diritto enunciati dalla Suprema Corte di Cassazione.

Cerchiamo in questa sede di chiarirne i passaggi che hanno condotto alla conclusione a cui è giunta la Corte e su cui è difficile tacere.

Il convincimento della Corte si è espresso attraverso un processo argomentativo e giunge ad individuare due condizioni per legittimare l’autorizzazione ad interrompere la terapia di sostegno vitale: l’accertamento dello Stato Vegetativo Permanente e la ricostruibilità di una presunta e precedente volontà di rifiuto del trattamento.

Circa lo S.V.P., è seriamente difficile trovare conforto nell’analisi della giudice. Essa ripone tutto il suo convincimento nelle perizie mediche e neurologiche ed in un calcolo “probabilistico”.

Ma andiamo per gradi.

Le perizie attestano che Eluana si trova in stato vegetativo, ovvero che la stessa riceve alimentazione forzata consistente in un trattamento di sostegno alimentare. Oggi Eluana sta vivendo del sostentamento in virtù del quale anche noi viviamo. Eluana non subisce alcun intervento esterno, di natura sanitaria, e la stessa Corte ammette come ciò conduca ad escludere radicalmente l’ipotesi di una forma di accanimento terapeutico, ossia di un trattamento che incide negativamente sulla persona danneggiandola.

Dunque è alquanto sconsolante che si possa giungere con rapidità a qualificare “irreversibile” lo stato vegetativo fondando il proprio apprezzamento in virtù di un calcolo statistico.

Il  punto su cui si discute è proprio questo: il riferimento a dati statistici per affermare l’irreversibilità dello stato psicofisico di Eluana, e per fondare il convincimento della Corte. La medesima, infatti, sostiene: “ ...deve considerarsi Permanente lo stato vegetativo di origine traumatica protrattosi oltre i dodici mesi, periodo di durata che, evidentemente, ha valore non assoluto, ma statistico”.

È senz’altro disarmante se ci si sofferma solo su questo e se si considera che sono gli stessi dati statistici a confermare casi di  risveglio da stati di coma ritenuti scientificamente persistenti.

Quanto alla seconda condizione di legittimità, non ha riscontro certo e oggettivo la ricerca circa la volontà di Eluana di far cessare la terapia. Il convincimento del giudice su questo piano si è costruito intorno alla testimonianza del padre che ha raccolto alcune idee espresse della figlia quando era cosciente, e sulle testimonianze delle amiche. Si è cercato di raccogliere elementi circa la personalità della cara Eluana, per ricostruire una presunta volontà della stessa.

Il risultato, proprio a causa della fiacchezza delle materiale probatorio, risulta del tutto riduttivo e poco serio.

Tutte le testimonianza prodotte riconducono tracciare il profilo di una ragazza attaccata alla vita, ad una vita senza limiti, imposizioni e costrizioni di alcun tipo.  

La stessa libertà tanto esaltata ed enfatizzata da Eluana, secondo le testimonianze delle amiche, è la stessa che le viene negata ed opposta da chi sta decidendo sulla sua vita, da chi crede che non stia vivendo degnamente, nonostante sia provato che non soffre, ma che riceve un trattamento dovuto e non sproporzionato.

Difficile discorrere di vita degna di essere vissuta per chi si trova “ addormentata” in un sonno profondo come Eluana; tuttavia sono numerose e toccanti le testimonianze di chi proprio attraverso il dolore, la malattia si lega ancor di più alla vita, e ne ricerca il senso.

In fondo, non è forse pacifico che la vita è indisponibile? L’indisponibilità della vita non è principio con una dimensione esclusivamente soprannaturale (vita come dono di Dio ) ma è fortemente impregnata di valori laici, è infatti alla base della convivenza civile tra gli uomini e principio irrinunciabile del nostro ordinamento.


 


                                                              

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