Di diritto 
    naturale di questi tempi si parla molto. Talvolta a proposito, pi� spesso a 
    sproposito. Per capire partiamo da una definizione di S. Tommaso d�Aquino 
    �Lex est quaedam regula et mensura humanorum actuum quae servata societatem 
    servat, corrupta corrumpit�. 
    Traduciamo: 
    �La legge (naturale) � una giusta regola a misura degli atti umani. Se la 
    osserviamo la societ� fiorisce, se non la osserviamo la societ� va in 
    rovina�. 
    Facciamo un 
    esempio: se in una societ� tutti decidessero di non pagare le tasse quella 
    societ� andrebbe in rovina. Facciamo un altro esempio: se in una societ� non 
    ci fossero pi� famiglie non nascerebbero pi� bambini. I pochi che nascessero 
    non verrebbero educati e con buona probabilit� diverrebbero dei delinquenti 
    e la societ� si dissolverebbe. Corrisponde alla natura della societ� umana 
    che le tasse debbano essere pagate e che la formazione delle famiglie venga 
    facilitata. 
    Si pu� 
    argomentare contro la regola di diritto naturale qui formulata sulla 
    famiglia? Certo che si pu�. Si pu� dire che i bambini possono benissimo 
    nascere ed essere educati fuori dalla famiglia. La tesi � stata sostenuta da 
    molti e fino ad ora contraddetta dall�esperienza storica. Il fatto comunque 
    che la tesi possa essere contraddetta, almeno in teoria, ci insegna che il 
    diritto naturale non � un codice fisso e predeterminato. Il diritto naturale 
    � oggetto di discussione. Esso �, in un certo senso, una regola 
    dell�argomentazione. Discutere in termini di diritto naturale significa 
    domandarsi continuamente se una norma sia compatibile con l�esistenza ed il 
    buon funzionamento della societ�. Significa domandarsi se una norma sia 
    giusta. In questo senso non esiste necessariamente una contraddizione di 
    principio fra l�etica trascendentale di Kant ed il diritto naturale. Quando 
    Kant dice �fa� in modo che la regola della tua azione possa valere come 
    norma di legislazione universale� formula la regola pi� generale 
    dell�argomentazione sul diritto naturale. 
    Mi pare 
    chiaro, dalle cose dette, che � quanto meno caricaturale l�idea di un 
    diritto naturale che si oppone alla ragione umana ed � imposto dalla Chiesa 
    Cattolica contro la ragione e contro la libert� degli uomini. Certo, la 
    Chiesa Cattolica difende il diritto naturale ed argomenta in termini di 
    diritto naturale, � interprete del diritto naturale. 
    Questo non 
    vieta ad ogni essere umano dotato di ragione di argomentare anche lui in 
    termini di diritto naturale. 
    Vi sar� un 
    conflitto di interpretazioni? � possibile, ma vi sar� anche una regola per 
    risolvere il conflitto argomentando in termini di logica e di esperienza. 
    Alcuni oppongono alla teoria del diritto naturale la tesi di David Hume 
    secondo la quale non vi � un ponte che consenta di passare da affermazioni 
    di fatto ad affermazioni di valore. 
    L�obiezione � 
    irrilevante. Accettiamo pure per buona la tesi di Hume. Il diritto naturale 
    non deduce valori da fatti, ma lega fra loro secondo regole di ragione e di 
    esperienza dei fatti. Se non nasceranno pi� bambini la societ� si 
    estinguer�. Chi vuole, naturalmente, pu� dare un giudizio di valore positivo 
    sul fatto che l�umanit� si estingua o pu� anche in generale preferire il 
    nulla all�essere. 
    Tuttavia 
    l�affermazione che la inosservanza della regola di diritto naturale porta 
    all�estinzione della societ� umana rimane valida anche per coloro che 
    ritenessero un bene la fine dell�umanit�.
    Il diritto 
    naturale � un diritto laico e non confessionale. Non solo questa conclusione 
    risulta dalla natura razionale del diritto naturale ma anche confermata 
    dalla storia. Tutto (o quasi) l�illuminismo argomenta in termini di diritto 
    naturale. In nome del diritto naturale si � fatta la rivoluzione americana, 
    ed anche la rivoluzione francese. Queste rivoluzioni hanno opposto il 
    diritto naturale a leggi positive ingiuste ed anche a (presunte) leggi 
    rivelate divine contrarie alla ragione. Da Barbeyrac a Montesquieu, da 
    Richard Hooker a Locke, da Leibniz a Wolff, solo per citare alcuni nomi 
    delle principali tradizioni nazionali europee, tutti costoro hanno 
    argomentato in termini di diritto naturale. Tutti cattolici bigotti? Pare 
    difficile sostenerlo. In tutti questi autori le teorie del diritto naturale 
    sono state anche teorie dei diritti individuali e della limitazione del 
    potere dello Stato. 
    Due sono 
    stati storicamente gli avversari del diritto naturale. Da un lato la teoria 
    del potere assoluto dello Stato per cui la volont� del legislatore prevale 
    sulla natura delle cose. Dall�altro il marxismo che non poteva digerire 
    l�idea che la propriet� privata dei mezzi di produzione fosse un diritto 
    naturale dell�uomo. Per il marxismo la natura dell�uomo cambia nel tempo e 
    ad una fase storica dominata dal modo di produzione borghese, in cui la 
    propriet� privata (ed anche il sistema dei diritti individuali in generale) 
    appare naturale deve succedere una nuova fase storica dominata dalla 
    propriet� collettiva dei mezzi di produzione, in cui l�uomo non si 
    concepisce pi� come soggetto di libert� individuale ma solo come parte del 
    collettivo. Per la verit� nel marxismo un qualche residuo di diritto 
    naturale permane. Permane una natura delle cose, pur se essa varia nel 
    tempo. Cos� la propriet� privata ed i diritti individuali sono naturali 
    nella fase borghese della storia dell�umanit� proprio come la propriet� 
    collettiva � naturale nella fase socialista della medesima storia. 
    
    Dopo la prima 
    guerra mondiale la rivoluzione comunista instaura la propriet� collettiva 
    nell�Unione Sovietica. In Austria invece si afferma un governo 
    socialdemocratico che fa approvare una costituzione che non � socialista ma 
    neppure liberal-capitalista. Questa costituzione registra un equilibrio di 
    forza delle classi, in cui nessuna � in grado di far prevalere la sua idea 
    di �natura�. 
    � questo il 
    clima culturale in cui matura l�opera di Hans Kelsen. Per Kelsen proprio 
    l�equilibrio di forza fra le classi (il Gleichgewicht der Klassenkragte 
    teorizzato da Max Adler e da Otto Bauer) consente alla categoria della 
    giuridicit� di emanciparsi dalla soggezione rispetto alla base economica ed 
    in generale all�idea di natura. Nasce cos� la teoria pura del diritto (Die 
    reine Rechtslehre, titolo di un�opera famosa di Kelsen). Ci si potrebbe 
    domandare se questa visione regga dopo il crollo del comunismo, e ci si 
    potrebbe anche domandare se i giuristi che la maneggiano come se con Kelsen 
    iniziasse la storia del pensiero giuridico siano sufficientemente 
    consapevoli della sua radice storica. 
    
    Contemporaneamente Carl Schmitt sviluppava una forma diversa, opposta e pur 
    analoga di arbitrarismo giuridico. In un mondo in cui non si riesce a 
    trovare un accordo sulla natura delle cose il diritto non pu� essere 
    interpretazione e mediazione che riconduce la diversit� degli interessi ad 
    una regola di bene comune. Il diritto pu� essere solo decisione (Entscheidung) 
    che taglia dal corpo della societ� chi non consente qualificandolo come 
    nemico. 
    In 
    conclusione: la grande stagione del diritto naturale nei secoli XVII e XVIII 
    nasce proprio per mediare attraverso l�esercizio della ragione le guerre di 
    religione fra cattolici e protestanti nate dall�opposizione di leggi divine 
    rivelate diverse o almeno interpretate in modo irriducibilmente diverso. 
    Essa entra in crisi davanti ai totalitarismi moderni, che ripetono su scala 
    ingrandita gli orrori delle guerre di religione sulla base di messianismi 
    laicizzati ed atei. 
    Rimane una 
    domanda: come mai una parte cos� grande del pensiero laico contemporaneo ha 
    smarrito l�idea di diritto naturale fino a regalare sommariamente il diritto 
    naturale alla Chiesa Cattolica? La domanda � interessante ma questo articolo 
    � gi� troppo lungo. Ci torneremo sopra, forse, in una prossima occasione.
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