La riflessione che è mancata sulle bestemmie di Venezia e Bologna

di Paolo Gambi

 

È forse mancata una considerazione nel grande dibattito che c’è stato in seguito all’annuncio della messa in scena dell’opera blasfema di Ruckert “Messiah Game” a Venezia, e della mostra “La Madonna Piange Sperma” a Bologna. Non c’è forse stata una riflessione di matrice liberale che partisse dal principio di sussidiarietà. L’arcivescovo di Bologna Cardinale Carlo Caffarra, nell’omelia della Messa riparatrice per la mostra blasfema, ha tra l’altro detto: “Siamo venuti per riparare una bestemmia che ha rivestito la particolare gravità dell'avvallo oggettivo anche di istituzioni pubbliche”. La blasfemia dunque diviene particolarmente grave perché, nell’essere la mostra – o la rappresentazione – in qualche modo finanziata da enti pubblici, e quindi dai soldi dei cittadini, la bestemmia è pronunciata in un certo senso dalla bocca dello Stato. E questo meccanismo mette in luce in maniera nitida come lo Stato, nel suo tentacolare operare in ogni settore dell’agire umano, diventi soggetto sociale, ed in quanto tale costretto a fare scelte di tipo etico. Scegliere di finanziare – direttamente o indirettamente tramite per esempio l’uso a titolo gratuito di strumentazioni o luoghi pubblici – una mostra blasfema piuttosto che una mostra sugli angeli ha una valenza etica. E la storia ci insegna che lo Stato etico è sempre e comunque una scelta da evitare, perché finirà per scontentare sempre tutti quei cittadini che non condividono la scelta etica. E perché soprattutto ogni scelta etica operata dallo Stato è una fetta di libertà in meno in mano ai singoli. Ecco perché è nella tradizione della libertà che si trova la soluzione a tutte queste discussioni. Se qualcuno vuole dimostrare la propria blasfemia, lo faccia pure, ma con i soldi propri. Se i credenti vogliono finanziare attività di culto, lo facciano, ma senza dover far passare i propri soldi da alambicchi statali di difficile controllo. È evidente che per raggiungere una idilliaca situazione del genere lo Stato deve radicalmente rivedere la pressione fiscale sui cittadini, per consentire a ciascuno di loro, nella propria libertà individuale, di operare scelte etiche – che presuppongono ed implicano una responsabilità ed una maturità civica – e non lasciarle ad anonimi burocrati, finendo per rendere i singoli cittadini passivi ed immaturi ricettori di scelte altrui. Siano i singoli cittadini, insomma, a poter decidere per quale bestemmia essere condannati.

 

 


                                                              

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