La storia della libert�
nell�epoca cristiana
Dario Antiseri,
Cattolici a difesa del mercato, a cura di F. Felice, Rubbettino Editore,
Soveria Mannelli 2005
�
Spostando la sede dell�Impero da Roma a Costantinopoli,
Costantino pose nella piazza del mercato della nuova capitale una colonna di
porfido originaria dell�Egitto, sulla quale viene narrata una storia
bizzarra: che in una cripta al di sotto della colonna egli avesse sepolto i
sette simboli segreti dello Stato romano, piantonati dalle vergini del
tempio di Vesta, insieme ad un fuoco perpetuo. Si narra, inoltre, che sulla
cima avesse fatto porre una statua di Apollo che rappresentava se stesso,
che conservasse al suo interno un frammento di Croce; e che l�avesse
coronata con un diadema costruita con i chiodi utilizzati per la
Crocifissione, che sua madre era convinta di aver trovato a Gerusalemme.
La colonna � ancora l� e rappresenta il monumento di
significativo che simboleggia la conversione dell�Impero. Invero, il fatto
che venissero usati i chiodi che straziarono il corpo del Cristo per ornare
un idolo dei Gentili che assumeva il nome dell�imperatore regnate, indica il
ruolo che si intendeva assegnare al cristianesimo all�interno della
struttura imperiale di Costantino. Il tentativo di Diocleziano di
trasformare il governo di Roma in un dispotismo di matrice orientale era
stata la causa dell�ultima e pi� crudele persecuzione dei cristiani.
Costantino, convertitosi al cristianesimo, non aveva alcuna intenzione di
rinunciare al progetto politico di Diocleziano n� di resistere alla
seduzione del potere arbitrario, quanto piuttosto intendeva consolidare il
proprio trono servendosi della religione che aveva meravigliato il mondo
intero per la sua forza e la sua resistenza. Per raggiungere un simile
obiettivo egli stabil� che la sede del proprio governo fosse ad Oriente,
nominando egli stesso un Patriarca.
Nessuno consigli� Costantino che cos� facendo,
sostenendo la religione cristiana, si sarebbe legato le mani, rinunciando
alle prerogative dei Cesari. In quanto promotore e difensore della libert� e
della supremazia della Chiesa, ci si rivolgeva a lui come sentinella della
sua stessa unit�. Egli accetto una simile responsabilit�, e le divisioni che
con il tempo emersero tra i cristiani avrebbero offerto ai suoi successori
l�occasione per estendere le proprie competenze, prevenendo ogni tentativo
di limitare le ambizioni e le risorse del potere imperiale.
Costantino afferm� che la sua volont� equivaleva ad un
canone della Chiesa e per Giustiniano il popolo ramano aveva finito per
trasferire formalmente la pienezza del proprio potere, di conseguenza, tutto
ci� che era gradito al sovrano, qualora fosse espresso con editto o con
lettera, acquistava forza di legge. Persino durante l�epoca problematica
della conversione, l�Impero utilizzava la raffinatezza della propria
civilt�, la saggezza ereditata dai sapienti dell�antichit� la ragionevolezza
e la finezza del diritto romano, nonch� l�intera eredit� della cultura
ebraica e del mondo pagano e cristiano per rappresentare la Chiesa come una
dorata stampella dell�assolutismo imperiale. Dunque, n� un�illuminata
filosofia, n� la saggezza di Roma e neppure la fede e le virt� dei cristiani
poterono contrapporsi all�incorreggibile tradizione dell�antichit�. Mancava
ancora qualcosa, nonostante le innumerevoli doti di intelligenza e di
esperienza: mancava ancora una disposizione all�autogoverno e
all�autocontrollo, virt� che si sviluppano nel tessuto vitale di un popolo
come il suo linguaggio e cresce con esso. Tale elemento vitale, che secoli
di guerre, anarchia ed oppressione avevano fatto deperire in quei paesi
ancora ricolmi del superbo manto della civilt� antica, sarebbe stato posto
sul terreno della cristianit� dalla corrente vivificante delle migrazioni
che avrebbero sconfitto l�Impero d�Occidente.
All�apice del loro potere, i romani conobbero un popolo
che non aveva rinunciato alla propria libert� per affidarla ad un monarca:
ed il pi� sublime scrittore dell�impero si occup� di esso, con la vaga e
rassegnata sensazione che nel futuro fossero le istituzioni di quei barbari
ad avere la meglio, in quanto non ancora succubi del dispotismo. Nei casi in
cui essi avevano dei re, questi non presiedevano i consigli, in molti casi
erano eletti e capitava pure che fossero deposti; un giuramento li vincolava
ad agire in conformit� con la volont� generale. La loro autorit� diveniva
autentica soltanto in caso di guerra. Il primordiale repubblicanesimo di
questi popoli che vedeva nella monarchia un�evenienza soltanto occasionale e
che faceva leva sulla sovranit� collettiva di tutti gli uomini liberi �
sulla superiorit� del potere costituente su tutti i poteri costituiti �
sarebbe all�origine del governo parlamentare. La politica statale era
estremamente circoscritta e limitata e, nonostante fosse il capo dello
Stato, il re si circondava di persone a lui fedeli ed unite dal legami
personali e politici. La disubbidienza o la ribellione da parte dei suoi
subalterni non era in alcun modo tollerata, al pari di quella di una moglie,
dei figli o di un soldato, al punto che ci si attendeva che, su ordine del
proprio capo, un uomo uccidesse anche suo padre. Ne consegue che tali
comunit� teutoniche tolleravano un�indipendenza dal governo che metteva in
serio pericolo la tenuta della stessa societ�, oltre a contemplare una
dipendenza personale estremamente rischiosa per la libert�. Un simile
sistema risultava favorevole alle corporazioni, ma non garantiva alcuna
sicurezza agli individui. Se da un lato lo Stato non poteva facilmente
opprimere i suoi sudditi, dall�altro non era in grado di proteggerli.
Un primo effetto della grande migrazione delle
popolazioni teutoniche nelle regioni civilizzate da Roma fu quello di far
arretrare l�Europa di molti secoli, relegandola ad una condizione appena
superiore di quella dalla quale Salomone aveva sollevato le istituzioni di
Atene. Mentre i greci riuscirono a salvaguardare con grande cura la
letteratura, le arti e la scienza dell�era antica, insieme a tutti i
monumenti della prima cristianit�, al punto che i frammenti che sono giunti
fino a noi non riescono neppure minimamente a fornirci un�idea adeguata, e
mentre perfino i contadini bulgari conoscevano rigo per rigo il Vangelo,
l�Europa occidentale era sottomessa al giogo di padroni il pi� istruito dei
quali non sapeva neppure scrivere il proprio nome. Per ben cinque secoli la
facolt� del ragionamento esatto e l�osservazione puntale si estinsero ed
anche le scienze pi� utili alla societ� come la medicina e la geometria
caddero nell�oblio, finch� gli uomini dotti dell�occidente non tornarono
umilmente a scuola dai maestri arabi. Perch� potesse emergere un qualche
ordine dalle macerie, perch� potesse nascere una nuova civilt� dal crogiuolo
di razze diverse ed ostili ed unificate in un solo popolo, pi� che la
libert� era necessaria la forza. Cos� si spiega come mai per secoli il
progresso fu legato a personalit� come Clodoveo, Carlo Magno e Guglielmo il
Normanno, i quali erano risoluti prepotenti e capaci di farsi obbedire.
Lo spirito di ancestrale paganesimo che aveva
impregnato la societ� antica non poteva essere esorcizzare che dal combinato
disposto dell�autorit� della Chiesa e dello Stato; la convinzione diffusa
che la loro unione fosse necessaria diede vita al dispotismo giacobino. Gli
ecclesiastici dell�impero che non potevano neppure immaginare che il
cristianesimo si sarebbe diffuso oltre i confini imperiali insistevano
nell�affermare che non � lo Stato ad essere nella Chiesa, bens� la Chiesa
nello Stato. Questa dottrina era stata da poco formulata che il repentino
crollo dell�Impero d�Occidente apr� orizzonti pi� ampi; Salviano, un prete
di Marsiglia, sostenne che le virt� sociali, le quali stavano decadendo
presso i civili rimani, esistevano nella loro purezza e con migliori
prospettive presso gli invasori pagani. I barbari furono facilmente
convertiti e la loro conversione normalmente seguiva quella dei loro re.
Il cristianesimo che sin dai suoi albori si era rivolto
alle masse, facendo affidamento sul principio di libert�, ora si appellava
ai governanti e faceva valere il suo peso nella gerarchia del potere. I
barbari, i quali non possedevano libri, non avevano una conoscenza laica,
alcuna istruzione, se non quella impartita dalle scuole religiose, e che dei
principi religiosi avevano acquisito solo alcuni rudimenti, guardavano con
una certa ammirazione puerile coloro che discettavano di Sacre Scritture, di
Cicerone, Sant�Agostino; oltretutto, nel loro piccolo mondo delle idee, la
Chiesa era vista come qualcosa di infinitamente pi� esteso, pi� forte e pi�
sacro dei loro stati di recente formazione. Il clero forni gli strumenti per
mantenere i governi ed in cambio fu esentato dal pagamento delle tasse,
dalla giurisdizione, dalla magistratura civile e dall�amministrazione
politica. Con esso si apprese che l�attribuzione del potere � di natura
elettiva e i concili di Toledo offrirono la struttura del sistema
parlamentare spagnolo, di gran lunga il pi� antico del mondo. Tuttavia, la
monarchia dei Goti in Spagna e dei Sassoni in Inghilterra, ed in entrambi i
casi i nobili e i prelati circondavano il trono, pur conservando le vestigia
di istituzioni libere, si estinse; mentre il popolo che prosper� oscurando
gli altri fu quello dei franchi, senza alcuna nobilt� di nascita, la cui
legge di successione alla Corona fu un millennio motivo di una immutata
superstizione e sotto il cui potere il sistema feudale fu sviluppato
all�estremo.
Il feudalesimo fece della terra la misura e la
dominatrice di qualsiasi cosa. Non avendo altra fonte di reddito che la
coltivazione del suolo, gli uomini dipendevano in tutto e per tutto da
coloro che possedevano la terra; dunque, il potere di questi ultimi divenne
cos� rilevante sulla libert� dei sudditi e sull' autorit� stessa dello
Stato. Recitava la massima francese che ogni barone � sovrano nella sua
propriet�. I popoli dell'Occidente erano stretti tra le tirannie concorrenti
di notabili locali e monarchi assoluti, quando apparve sulla scena una forza
che si dimostr� per un certo periodo superiore tanto ai vassalli quanto ai
loro signori.
Ai tempi della Conquista, quando i Normanni distrussero
le libert� inglesi, le rudimentali istituzioni ereditate dai Sassoni, dai
Goti e dai Franchi provenienti dalle foreste della Germania erano in
declino, e il nuovo fattore del governo popolare, che in seguito sarebbe
stato introdotto grazie alla crescita delle citt� e alla formazione di una
classe media, era ancora sconosciuto. La sola autorit� in grado di resistere
alla gerarchia feudale era quella ecclesiastica; le due gerarchie entrarono
in collisione quando lo sviluppo del feudalesimo minacci� l�autonomia della
Chiesa subordinando i prelati a quella forma di dipendenza personale dai re
che era caratteristica dello Stato teutonico.
Dobbiamo a quel conflitto, durato quattrocento anni, il
sorgere della libert� civile. Se la Chiesa avesse continuato a sostenere i
troni dei re che essa consacrava, o se la lotta fosse terminata rapidamente
con un'inequivocabile vittoria, l'intera Europa sarebbe stata soffocata da
un dispotismo di tipo moscovita o bizantino. Infatti l'obiettivo di entrambe
le parti in causa era il potere assoluto. Ma per quanto la libert� non fosse
il fine in vista del quale esse combattevano, essa fu il mezzo attraverso il
quale il potere temporale e quello spirituale chiamarono i popoli a loro
sostegno. Come conseguenza delle alterne fasi del conflitto le citt�
d'Italia e di Germania ottennero le loro franchigie, la Francia i suoi Stati
Generali e l'Inghilterra il suo parlamento: e finch� il conflitto dur�
imped� 1'affermazione del diritto divino dei, sovrani. Si tendeva a
considerare la corona come una specie propriet� privata ereditata
all'interno della famiglia che la possedeva secondo le leggi riguardanti il
diritto di propriet�. Ma l'autorit� della religione, e del papato in
particolare, accreditava le teorie di chi negava ai re un titolo
irrevocabile a governare. In Francia ci� che in seguito venne chiamata la
teoria gallicana sosteneva che la casa regnante fosse al di sopra della
legge, e che lo scettro non potesse essere ad essa negato finch� esistessero
ancora principi discendenti dal sangue reale di San Luigi. Tuttavia, in
altri paesi lo stesso giuramento di fedelt� del re testimoniava che il
titolo di sovrano era condizionato, e che poteva essere conservato soltanto
fin quando perdurasse un buon comportamento; e fu in conformit� al diritto
pubblico al quale tutti i monarchi erano ritenuti soggetti che re Giovanni
fu dichiarato ribelle contro i baroni, o che coloro i quali innalzarono
Edoardo III al trono da cui avevano deposto suo padre invocarono il motto
Vox populi vox Dei.
In seguito questa teoria del diritto divino dei popoli
ad innalzare e deporre principi, dopo aver ottenuto la sanzione
dell'autorit� religiosa, fu supportata da basi pi� solide, divenendo
sufficientemente forte da resistere sia alla Chiesa che ai re. Nel conflitto
tra la casata dei Bruce e quella dei Plantageneti per il dominio sulla
Scozia e sull'Irlanda, le pretese inglesi furono appoggiate dall' autorit�
di Roma. Ma Irlandesi e Scozzesi la rifiutarono, e il documento con cui il
parlamento scozzese informava il papa della loro decisione dimostra quanto
profondamente la dottrina popolare avesse piantato radici. Riferendosi a
Robert Bruce, essi dicono: "La Divina Provvidenza, le leggi e i costumi
della nazione, che noi difenderemo fino alla morte, e la decisione del
popolo, lo hanno reso nostro re. Se egli mai tradisse i suoi princ�pi, e
consentisse che noi fossimo assoggettati al re d'Inghilterra, noi lo
tratteremmo come un nemico, sovvertitore dei nostri e dei suoi diritti, ed
eleggeremmo un altro al suo posto. Noi non ci curiamo della gloria o della
ricchezza, ma di quella libert� alla quale nessun vero uomo rinuncer� se non
insieme alla propria vita". Simile concezione della monarchia era naturale
tra uomini abituati a veder costantemente in lotta contro i loro sovrani
quanti da loro erano pi� rispettati. Gregorio VII aveva dato impulso al
disprezzo verso le autorit� civili sostenendo che esse sono unicamente opera
del Dio; e gi� nella sua epoca entrambe le parti in causa furono spinte a
riconoscere la sovranit� del popolo, e si appellarono ad essa come alla
fonte immediata del potere.
Due secoli pi� tardi questa teoria politica aveva
raggiunto un grado maggiore di forza e di definizione presso i Guelfi, che
erano il partito della Chiesa, e presso i Ghibellini, il partito
dell�Impero. Ecco i sentimenti del pi� celebrato tra tutti gli autori
guelfi: "Un re che venga meno ai propri doveri per ci� stesso pregiudica la
propria pretesa ad essere obbedito. Non � una ribellione a deporlo, perch�
egli stesso � un ribelle che il popolo ha il diritto di deporre. Ma � meglio
ancora emendare il suo potere in modo che egli non abbia la possibilit� di
abusarne: a tale scopo, il popolo intero dovrebbe avere esso stesso una
parte nel governare se stesso: la costituzione dovrebbe unire una monarchia
limitata ed elettiva con un'aristocrazia del merito, e una misura di
democrazia tale da consentire a tutti i ceti di accedere al governo per
elezione popolare. Nessun governo ha diritto di imporre tasse oltre il
limite stabilito dal popolo. Non ci sar� per noi sicurezza finch�
dipenderemo dalla volont� di un altro uomo". Questo linguaggio, che contiene
la prima esposizione della teoria Whig della rivoluzione, � tratto dalle
opere di S. Tommaso d'Aquino, del quale Lord Bacon ebbe adire che tra tutti
i teologi scolastici aveva il cuore pi� grande. E interessante notare che
egli scriveva proprio nel momento in cui Simon de Montfort convocava i
Comuni, e che le teorie politiche del frate napoletano erano state scritte
secoli prima di quelle dello statista inglese.
Il miglior autore di parte ghibellina fu Marsilio da
Padova. "Le leggi", egli scriveva, "derivano la loro autorit� dal popolo, e
non sono valide senza il suo consenso. Dal momento che l'intero � pi� grande
delle sue parti, sarebbe sbagliato che una sola parte legiferasse in luogo
dell'intero; e dal momento che gli uomini sono eguali, sarebbe sbagliato che
chicchessia venisse vincolato da leggi prodotte da un altro. Ma quando tutti
gli uomini obbediscono a leggi alle quali tutti gli uomini hanno dato il
loro assenso, essi in realt� si governano da soli. Il monarca, che viene
istituito dal legislativo per eseguire la sua volont�, deve essere armato di
una forza sufficiente a costringere gli individui, ma non a dominare sulla
maggioranza del popolo. Egli � responsabile nei confronti del popolo e
sottoposto alla legge; il popolo che lo nomina e gli assegna i suoi doveri
deve controllare che egli obbedisca alla costituzione, e deve deporlo se
egli la infrange. I diritti dei cittadini non dipendono dalla fede che essi
professano, e nessuno pu� essere punito a causa della propria religione".
Questo autore, che per certi aspetti vedeva pi� lontano di Locke e di
Montesquieu e che a proposito della sovranit� del popolo, del governo
rappresentativo, della superiorit� del legislativo sull' esecutivo e della
libert� di coscienza aveva idee tanto chiare sui principi che avrebbero
dominato il mondo moderno, visse al tempo del regno di Edoardo II, 550 anni
fa.
E significativo che questi due autori convergessero su
tanti punti essenziali che invece sono stati da allora sempre oggetto di
controversie: infatti, essi appartenevano a scuole di pensiero opposte, e
ciascuno dei due avrebbe ritenuto l'altro degno di morte. Secondo S. Tommaso
il papato avrebbe dovuto dominare su tutti i governi cristiani. Marsilio
avrebbe voluto invece che il clero fosse sottomesso alle leggi civili, e che
fosse sottoposto a restrizioni riguardo tanto alla propriet� quanto al
numero. Man mano che il grande dibattito si sviluppava, molte argomentazioni
gradualmente si fecero pi� chiare, e si svilupparono fino a divenire
radicate convinzioni. Infatti questi non erano soltanto i pensieri di menti
profetiche superiori rispetto a quelle dei loro contemporanei: al contrario,
essi avevano buone prospettive di regolare anche il mondo della pratica.
L'antico dominio dei baroni si trovava in grave crisi. L'apertura ad Est
propiziata dalle Crociate aveva dato un grande stimolo all'economia.
Un'ondata di persone sciamava dalle campagne nelle citt�, e non c'era spazio
per i governi cittadini nel sistema feudale. Quando gli uomini escogitarono
modi di guadagnarsi da vivere senza dipendere dalla generosit� del ceto dei
proprietari terrieri, questi ultimi persero molta della loro importanza, e
cominci� invece ad accrescersi quella dei possessori di ricchezza mobile. La
gente delle citt� non soltanto si liber� dal controllo dei prelati e dei
baroni, ma lott� per conquistare come classe il governo dello Stato.
Il XV secolo fu dominato dall' agitazione legata al
conflitto tra democrazia e aristocrazia cavalleresca. Le citt� italiane, le
pi� evolute per cultura e per civilt�, tracciarono la via, con costituzioni
democratiche di tipo ideale e generalmente impraticabile. Gli svizzeri si
liberarono del giogo austriaco. Due lunghe catene di citt� libere sorsero
lungo la valle del Reno e il cuore della Germania. I cittadini di Parigi
acquistarono una significativa influenza sul re, riformarono lo Stato e
cominciarono la loro terribile serie degli esperimenti nel governo della
Francia. Ma il pi� sano e vigoroso rigoglio di libert� municipali si ebbe,
tra tutti i paesi del continente, in Belgio, che da epoche immemorabili �
stato il paese pi� fedele al principio dell' autogoverno. Erano talmente
rebuste le risorse economiche concentrate nelle citt� fiamminghe, cos�
diffuso era il movimento verso la democrazia, che a lungo fu incerto se i
nuovi interessi avrebbero prevalso, e se il potere dell' aristocrazia
militare non si sarebbe inchinato alla ricchezza e alla cultura degli uomini
che vivevano di commerci. Ma Rienzi, Marcel, Artevelde e gli altri campioni
dell'acerba democrazia di quei giorni vissero e morirono invano. L'ascesa
della classe media aveva svelato i bisogni, le passioni, le aspirazioni dei
poveri che soffrivano ai livelli pi� bassi: feroci rivolte in Francia e in
Inghilterra provocarono una reazione che ritard� per secoli la
redistribuzione del potere, e lo spettro allarmante della rivoluzione
sociale sorse sulle tracce della democrazia. I cittadini armati di Ghent
furono massacrati dalla cavalleria francese; e soltanto la monarchia colse i
frutti del mutamento che era in corso nelle relazioni tra le classi e
accendeva le menti degli uomini.
Tornando indietro di circa mille anni, al periodo che
noi chiamiamo medioevo per fare un bilancio complessivo dell'opera in esso
compiuta, se non prossimi alla perfezione delle sue istituzioni, almeno
prossimi alla comprensione della verit� politica, ecco quanto possiamo
concludere: il governo rappresentativo, che era quasi sconosciuto agli
antichi, era divenuto praticamente universale. I metodi di elezione erano
certo rudimentali: ma il principio secondo il quale nessuna tassazione era
legittima se non quando essa fosse stata approvata dalla classe che la
pagava - cio� che la tassazione fosse inseparabile dalla rappresentanza -
era riconosciuto, non come privilegio di alcuni paesi ma come diritto di
tutti. Nessun principe al mondo, diceva Philip de Commines, pu� istituire
l'imposta di un solo penny senza il consenso del popolo. La schiavit� era
scomparsa quasi ovunque; e il potere assoluto era ritenuto ancor pi�
intollerabile e criminale della schiavit�. Il diritto di insurrezione fu non
soltanto ammesso ma esplicitamente formulato come un dovere imposto dalla
religione. Persino i principi dell'Habeas Corpus Act e il sistema
dell'imposta sul reddito erano gi� conosciuti. Il principio dominante nella
politica antica era uno Stato assoluto fondato sulla schiavit�. Il risultato
politico del medioevo fu un sistema di stati in cui il potere era limitato
dalla rappresentanza delle classi pi� forti, da associazioni corporative e
dal riconoscimento di doveri superiori a quelli imposti all'individuo.
Rispetto alla realizzazione pratica di ci� che era
giudicato come buono, c'era ancora da fare quasi tutto. Ma il grande
problema di principio era stato risolto. Veniamo cos� alla domanda
fondamentale: in che modo il XVI secolo amministr� il tesoro che il medioevo
aveva saputo tramandare? Il pi� evidente segno dei tempi fu il declino
dell'autorit� religiosa che cos� a lungo aveva dominato. Sessant'anni erano
passati dall'invenzione della stampa, e gi� trentamila volumi erano usciti
dalle presse europee, prima che qualcuno prendesse l'iniziativa di stampare
il Nuovo Testamento in greco. Nel periodo, poi, in cui ogni Stato mise in
cima alle proprie preoccupazioni l'unit� della fede, si arriv� a pensare che
i diritti degli uomini, e i doveri che i loro simili e i loro governanti
avevano nei loro confronti, variassero a seconda della religione alla quale
essi appartenevano: e cos� la societ� non riconosceva le stesse obbligazioni
nei confronti di un Turco o di un Giudeo, di un pagano o di un eretico, o di
un adoratore del Diavolo, rispetto a quelle riconosciute ad un cristiano
ortodosso. Pi� veniva meno l'ascendente esercitato dalla religione, pi� lo
Stato reclamava nel proprio interesse questo privilegio di trattare i nemici
di essa con criteri eccezionali: e l'idea che i fini del governo
giustificano i mezzi impiegati fu elaborata sistematicamente da Machiavelli.
Quest'ultimo era un politico acuto, sinceramente ansioso di spazzare via gli
ostacoli ad un intelligente governo dell'Italia. Gli pareva che il pi�
dannoso ostacolo all'intelligenza fosse la coscienza, e che non si sarebbe
mai fatto l'energico uso dell' arte dello Stato che era necessario al
successo di ardui progetti politici se i governi si fossero concessi il
lusso di lasciarsi frenare da precetti catechistici.
Alla sua audace dottrina si richiamarono nell�epoca
successiva uomini dal carattere forte. Secondo loro, in tempi difficili gli
uomini buoni posseggono raramente una forza pari alla loro bont�, e quindi
si fanno da parte al cospetto di quanti non hanno timore alcuno. Essi
notarono inoltre che la moralit� pubblica � diversa da quella privata,
perch� nessun governo pu� porgere l�altra guancia o ammettere che la
misericordia � preferibile alla giustizia. Tuttavia, essi non furono in
grado di definire con precisione questa differenza, n� di indicare con quale
altro criterio si possa giudicare l�operato di una nazione, al di l� del
giudizio pro�nunciato dall�Alto che ne decreta il successo in questo mondo.
La teoria di Machiavelli non avrebbe superato
agevolmente la prova del regime parlamentare, perch� il dibattito pubblico
richiede una professione di buona fede: essa diede tuttavia un grande
impulso all�assolutismo, riducendo al silenzio la coscienza di re molto
religiosi, e fin� per con�fondere il piano del bene con quello del male.
Basti citare alcuni esempi: Carlo V offr� cinquemila corone per l�assassinio
di un suo nemico; Ferdinando I e II, Enrico III e Luigi XIII fecero uccidere
a tradimento i loro sudditi pi� potenti; Elisabetta e Maria Stuart tentarono
di fare lo stesso l�una all�altra.
Tutto ci� apr� la strada al trionfo della monarchia
assoluta sullo spirito e sulle istituzioni dell�epoca: un trionfo ottenuto
non attraverso singoli crimini, bens� per mezzo di una precisa filosofia del
crimine e di una deviazione del senso morale cos� profonda che per trovarne
di analoghe bisogna risalire addirittura alla riforma stoica della morale
pagana. Il clero, che aveva servito in vari modi la causa della libert�
durante la lunga lotta contro il feudalesimo e la schiavit�, fu assimilato
agli interessi delle corti. Si era cercato di riformare la Chiesa secondo il
modello dell�ordinamento costituzionale, ma i vari tentativi erano falliti,
ed anzi avevano conseguito come unico risultato quello di unire la gerarchia
ecclesiastica e la Corona in un fronte comune contro il sistema della
divisione dei poteri. In Francia come in Spagna, in Sicilia come in
Inghilterra, i monarchi pi� energici riuscirono a ridurre in soggezione la
spiritualit�: in Spagna, ad esempio, i re ripristinarono per fini propri il
tribunale dell�Inquisizione, divenuto orami obsoleto, cosicch� potevano
contare su un potere di soggezione che li rendeva efficacemente dispotici.
Nell�arco di una sola generazione tutta l�Europa fu attraversata da un
cambiamento radicale: dall�anarchia dell�epoca della Guerra delle Due Rose
si pass� infatti all�entusiasta sottomissione, fino alla soddisfatta
acquiescenza verso la tirannide che caratterizz� il regno di Enrico VIII e
degli altri re del suo tempo.
La situazione si stava facendo sempre pi� critica,
quando a Wittenberg ebbe inizio la Riforma; l�aspettativa era che
l�influenza di Lutero potesse arrestare l�ondata di assolutismo, dal momento
che egli si contrapponeva alla stretta alleanza tra Chiesa e Stato, e gran
parte del suo Paese era governato da principi ostili che erano prelati della
Chiesa romana. Egli aveva, in effetti, pi� da temere dai nemici temporali
che da quelli spirituali. I pi� potenti vescovi tedeschi volevano che le
richieste protestanti venissero accolte, e fu lo stesso papa a sollecitare
l�imperatore ai fini di una politica conciliante. Carlo V aveva per� bandito
Lutero e tentato di tendergli un agguato; i duchi di Baviera si prodigavano
per perseguitare e mandare al rogo i suoi discepoli, mentre gli schieramenti
democratici delle citt� si schieravano in genere dalla sua parte. Ma il suo
sentimento politico pi� profondo era la paura della rivoluzione, e la nota
con la quale i teologi guelfi avevano dichiarato superata l�obbedienza
passiva dell�epoca apostolica era caratteristica di quel metodo
interpretativo medioevale che egli rifiutava. Negli ultimi anni egli
ridefin� la sua teoria per un breve periodo, ma la sostanza della sua
dottrina politica era senza dubbio conservatrice: gli Stati luterani si
caratterizzarono per un rigido immobilismo e gli scrittori luterani
condannarono con fermezza la letteratura democratica emersa nel secondo
periodo della Riforma.
I riformatori svizzeri, dal canto loro, furono pi�
audaci di quelli tedeschi nel mescolare la causa religiosa con quella
politica. Zurigo e Ginevra erano repubbliche, e lo spirito dei loro governi
influenz� profondamente sia Zwingli sia Calvino. Zwingli in realt� non si
discostava di molto dalla dottrina medioevale, secondo cui se un pubblico
magistrato si macchia di reato deve essere destituito: ma egli fu ucciso
troppo presto perch� potesse agire in profondit� sul carattere politico del
Protestantesimo. Calvino, per quanto si definisse repubblicano, riteneva che
il popolo fosse incapace di governarsi da solo, e parlava delle assemblee
popolari come di un abuso che doveva essere abolito. Egli era a favore di
un�aristocrazia degli eletti, dotata di tutti i mezzi per punire non
soltanto il crimine, ma anche il vizio e l�errore: pensava infatti che la
severit� delle leggi medioevali fosse insufficiente alle esigenze del tempo,
ed era favorevole alla pi� irresistibile arma che i procedimenti inquisitori
ponessero nelle mani del governo, cio� il diritto di sottoporre i
prigionieri a torture insopportabili non perch� fossero colpevoli, ma anzi
proprio perch� le loro colpe non potevano essere dimostrate. La sua
dottrina, tuttavia, pur non essendo volta a favorire i governi popolari, era
cos� avversa all�autorit� dei mo�narchi dell�epoca che egli dovette
ponderare l�esposizione delle proprie idee politiche nell�edizione francese
dei suoi Institutes.
A conti fatti, l�effetto politico diretto della Riforma
fu minore di quanto si sia supposto: la maggior parte degli stati fu
abbastanza forte da riuscire a tenerlo sotto controllo, e alcuni riuscirono
pur con gran dispendio di energie a respingerne l�ondata. Altri, invece,
furono addirittura in grado di indirizzarla in favore dei propri interessi.
Soltanto il governo polacco dell�epoca lasci� che facesse il suo corso. La
Scozia, dal canto suo, fu l�unico regno in cui la Riforma trionf� nonostante
la resistenza dello Stato, e l�Irlanda fu l�unico Paese in cui fall�
nonostante l�appoggio del governo. In quasi tutti gli altri casi, tanto i
principi ad essa favorevoli quanto quelli che vi si opponevano sfruttarono
lo zelo, gli allarmi e le passioni suscitate dal movimento riformatore come
strumenti per accrescere il loro potere. I popoli soddisfecero tutte le
prerogative richieste dai loro governanti per proteggere la loro fede, e nel
periodo di maggiore intensit� della crisi fu abbandonata tutta l�attenzione
rivolta a tenere separati Chiesa e Stato e a prevenire la confusione tra i
due poteri, che era stata il frutto di un lavoro di secoli. Furono commessi
atti atroci di cui spesso la passione religiosa era lo strumento, ma la vera
causa era la politica.
Il fanatismo si manifesta nelle masse, ma le masse
all�epoca non erano fanatiche e i crimini attribuiti ad essa erano spesso
frutto di macchinazioni di freddi uomini politici. Quando il re di Francia
decise di uccidere tutti i protestanti, fu convinto della necessit� di
questa decisione dai suoi agenti: non ci fu un moto spontaneo della
popolazione in questo senso, tanto che in molte citt� e province i
magistrati si rifiutarono di obbedire all�ordine. Le motivazio�ni della
Corte erano tanto lontane dal puro fanatismo che la regina immediatamente
intim� Elisabetta a fare lo stesso con i cattolici inglesi. Francesco I ed
Enrico II mandarono al rogo un centinaio di ugonotti, ma erano convinti
pro�tettori della religione protestante in Germania. Sir Nicholas Bacon fu
uno dei ministri che abolirono la celebrazione della messa in Inghilterra:
tuttavia, all�arrivo dei profughi ugonotti, egli ne fu cos� poco lieto da
ricordare al Parlamento in che modo Enrico V ad Agincourt tratt� i Francesi
che caddero nelle sue mani. John Knox riteneva che ogni cattolico in Scozia
dovesse essere messo a morte, ma il suo consiglio non fu seguito.
In tutto il periodo dei conflitti religiosi la politica
svolse un ruolo fondamentale. Alla morte degli ultimi riformatori la
religione, anzich� emancipare le nazioni, divenne un pretesto per gli atti
criminali dei despoti. Se Calvino predicava e Bellarmino teneva lezioni, era
comunque Machiavelli a dominare sovrano.
A fine secolo tre eventi segnarono l�inizio di una
svolta storica. Il massacro di San Bartolomeo convinse gran parte dei
calvinisti della legittimit� della ribellione contro i tiranni: essi
divennero cos� sostenitori della dottrina elaborata dal vescovo di
Winchester e assimilata da Knox e Buchanan, attraverso i loro insegnanti a
Parigi, ispirata direttamente alla scolastica medioevale. Adottata per
muovere contro il re di Francia, essa fu messa in pratica assai presto anche
contro il re di Spagna. I Paesi Bassi, in rivolta, dichiararono deposto
Filippo II con un pronunciamento solenne e proclamarono la loro indipendenza
sotto il principe d�Orange, che era stato designato suo luogotenente. Questo
episodio segn� una tappa fondamentale non soltanto perch� i sudditi
appartenenti ad una religione avevano deposto un monarca appartenente ad
un�altra (una cosa simile era gi� avvenuta in Scozia), ma soprattutto perch�
si tratt� dell�affermazione di una repubblica al posto di una monarchia;
inoltre, esso costrinse il diritto pubblico europeo a riconoscere l�avvenuta
rivoluzione.
Nello stesso periodo i cattolici francesi, ribellandosi
contro Enrico III � il pi� disprezzabile dei tiranni � e contro il suo erede
Enrico di Navarra � che, in quanto protestante, era visto con disprezzo
dalla maggioranza del popolo � combatterono per gli stessi principi �con la
penna e con la spada�. Numerosi furono i libri pubblicati in loro difesa
nell�arco di mezzo secolo, e tra questi troviamo i maggiori trattati di
diritto mai scritti. Quasi tutti, per�, sono viziati dagli stessi errori che
caratterizzavano la letteratura politica del Medioevo: quest�ultima, pur
essendo degna di considerazione e ammirevole per la funzione che svolse in
favore del progresso umano, dalla morte di San Bernardo fino alla
pubblicazione dell�Utopia di Tommaso Moro non pot� vantare al suo interno
quasi nessun autore che non asservisse il proprio pensiero politico
all�interesse del papa o a quello del re. Anche coloro che appartenevano ad
un�epoca successiva alla Riforma continuarono a pensare alle leggi soltanto
in quanto concernevano i cattolici o i protestanti. Knox tuon� contro il
�mostruoso dominio delle donne� perch� la regina era solita frequentare la
celebrazione della messa, e Mariana lod� l�assassinio di Enrico IV perch� il
re era alleato con gli ugonotti. Infatti, la convinzione che � giusto
uccidere i tiranni � diffusa tra i cristiani da Giovanni di Salisbury, il
principale autore inglese del XII secolo, e confermata da Ruggero Bacone,
l�inglese pi� illustre del XIII secolo � aveva assunto in quest�epoca un
significato carico di conseguenze: nessuno concepiva la politica come uno
strumento per stabilire attraverso leggi che cosa � giusto e che cosa �
ingiusto, n� tentava di formulare una serie di principi che fossero validi
allo stesso modo sotto tutte le forme di religione.
La Politica ecclesiastica di Hooker assume una
posizione isolata tra questa tipologia di opere, e viene letta ancora con
ammirazione da ogni persona istruita come il primo e migliore classico in
prosa scritto in lingua inglese. Essa contribu�, insieme a poche altre
opere, a diffondere le idee di autorit� limitata e di obbedienza
condizionata a partire dall�epoca in cui furono elaborate e poi ancora per
generazioni di uomini liberi. Come anelli di un�unica catena, veniva colta
la connessione all�interno della medesima tradizione tra la rozza violenza
di Buchanan e Boucher, la lotta per le investiture, il Lungo Parlamento, San
Tommaso ed Edmund Burke. Diffondere l�idea che i governi non esistono per
diritto divino e che un governo arbitrario rappresenta una violazione di
quello stesso diritto, era senza dubbio la medicina indicata per la malattia
della quale soffriva l�Europa in quel tempo. Tuttavia, per quanto la presa
di coscienza di questa verit� potesse fungere da elemento di �distruzione�,
non poteva per� fornire un contribuito determinante al progresso e alle
riforme: la resistenza alla tirannia non implicava infatti di per s� la
possibilit� di costituire un governo legale che si sostituisse ad essa. In
altre parole, per quanto possa essere utile ed efficace l�albero di Tyburn,
sarebbe tuttavia preferibile che il colpevole continui a vivere per pentirsi
e cambiare vita. All�epoca non erano ancora stati individuati principi in
grado di separare in politica il bene dal male e di rendere gli Stati degni
di durare nel tempo.
Il filosofo francese Charron fu uno di quegli uomini a
cui lo spirito di fazione non fece perdere il senso morale e che non si
lasci� accecare dallo zelo di una causa. In un passo tratto pressoch� alla
lettera da San Tommaso, egli parla della nostra subordinazione ad una legge
di natura a cui ogni legislazione � tenuta a conformarsi; egli ritiene
inoltre che essa possa essere individuata non attraverso la luce della
religione rivelata, bens� attraverso la voce della ragione universale
mediante la quale Dio illumina le coscienze degli uomini.
Su tali fondamenta Grozio tracci� le linee della sua
scienza politica: raccogliendo i documenti del diritto internazionale, egli
and� oltre i trattati diplomatici tra le nazioni e gli interessi
confessionali, alla ricerca di un principio che abbracciasse l�intera
umanit�. Secondo lui, infatti, i principi del diritto devono mantenere la
loro validit� anche qualora supponessimo che Dio non esiste. Con questa
formula di per s� ambigua egli intendeva dire che i principi giuridici
devono essere stabiliti indipendentemente dalla Rivelazione. Da quel momento
divenne possibile fare della politica una questione di principio e di
coscienza, consentendo a uomini e popoli anche molto diversi tra loro di
convivere in pace nel rispetto delle norme di un diritto comune. Grozio
stesso, per�, non sfrutt� appieno i frutti della propria scoperta,
privandola egli stesso di un effetto immediato, dal momento che afferm� che
il diritto a regnare poteva essere goduto alla stessa stregua di un diritto
di propriet�, non soggetto ad alcuna condizione.
Quando invece Cumberland e Pufendorf rivelarono il vero
significato della sua teoria, ogni autorit� costituita e ogni interesse
dominante arretrarono inorriditi. Nessuno era infatti disposto a rinunciare
ai privilegi ottenuti con la forza o con l�astuzia semplicemente perch� essi
erano in contraddizione non gi� con i Dieci Comandamenti, bens� con un
Codice sconosciuto, che Grozio stesso non aveva osato sviluppare e rispetto
al quale non c�erano due filosofi che si trovassero d�accordo. � evidente
che quanti avevano ormai compreso che la politica � una questione di
coscienza, e non di potenza o di espedienti, consideravano i loro avversari
come uomini senza principi. Essi intuirono che la controversia con questi
ultimi sarebbe stata sempre legata alla questione morale, e che essa non si
sarebbe risolta semplicemente con l�appello alle buone intenzioni.
Quasi tutte le grandi personalit� del XVII secolo
respinsero questa innovazione. Nel XVIII, invece, due idee di Grozio
(secondo le quali esistono determinate verit� politiche sulla cui base ogni
Stato e ogni interesse si regge o cade, e la societ� � tenuta insieme da una
serie di contratti reali e ipotetici) divennero in altre mani la leva che
sollev� il mondo. Allorch� la monarchia, attraverso quella che parve una
legge irresistibile, ebbe la meglio su tutti i suoi nemici e i suoi
concorrenti, divenne una sorta di religione: gli antichi suoi rivali, il
barone e il prelato, divennero ben presto i suoi sostenitori. Anno dopo
anno, le assemblee che rappresentavano l�autogoverno delle province e delle
classi privilegiate in tutto il continente si riunivano per l�ultima volta e
poi si scioglievano; il popolo stesso aveva ormai imparato a venerare il
trono come il costruttore della sua unit�, il fautore della sua prosperit� e
potenza, il difensore dell�ortodossia religiosa e il valorizzatore dei
meriti. I borboni, che avevano strappato la corona ad una democrazia
ribelle, o gli Stuart, che erano entrati in scena come usurpatori, fecero
valere la dottrina secondo cui gli Stati si costituiscono per mezzo del
coraggio, della politica e di matrimoni ad hoc delle famiglie reali. Di
conseguenza, il re non pu� che precedere il popolo, ne � l�autore piuttosto
che il pro�dotto, e dunque regna indipendentemente dal consenso.
La stessa teologia segu� il diritto divino con
atteggiamento di obbedienza passiva. Nell�epoca d�oro della scienza della
religione l�arcivescovo Ussher, il pi� colto prelato anglicano, e Bossuet,
il migliore tra quelli francesi, dichiararono che la resistenza ai re � un
delitto e che i regnanti possono usare legittimamente la forza anche contro
la fede dei propri sudditi. Anche i filosofi sostennero i teologi: Bacon, ad
esempio, affid� alle mani potenti dei re tutta la sua speranza nel progresso
dell�umanit�; Cartesio, dal canto suo, consigli� loro di eliminare tutti
coloro che sarebbero stati in grado di resistere al loro potere. Hobbes
insegn� che l�autorit� ha sempre ragione e Pascal considerava assurdo
riformare le leggi o contrapporre una giustizia ideale alla forza di fatto.
Persino Spinoza, che era repubblicano ed ebreo, assegn� allo Stato il
dominio assoluto sulla religione.
La monarchia, all�epoca, esercitava un tale fascino
sull�immaginazione che alla notizia dell�esecuzione di Carlo I qualcuno mor�
per il colpo; lo stesso dicasi per la morte di Luigi XIV e del duca di
Enghien.
La terra d�elezione della monarchia assoluta fu
senz�altro la Francia. Richelieu sosteneva che era impossibile tenere
sottomesso il popolo se gli si consentiva di essere del tutto libero.
Secondo lui, dunque, per governare la Francia era indispensabile godere del
diritto di arresto arbitrario e di esilio, e, in caso di pericolo per lo
Stato, poteva addirittura essere preferibile la morte di cento innocenti. Il
ministro delle finanze defin� come sediziosa l�affermazione secondo cui la
Corona doveva mantener fede alle proprie promesse, e un amico intimo di
Luigi XIV sosteneva che anche la minima disobbedienza al re � un delitto
degno di essere punito con la morte. Ebbene, il re applic� tali precetti
fino alle estreme conseguenze: egli sosteneva infatti senza remore che le
clausole legali a cui � legato il re non valgono pi� delle parole di un
complimento, e che non esiste propriet� dei loro sudditi di cui egli non
possa legittimamente impadronirsi. In conformit� a questo principio, quando
il maresciallo Vauban, inorridito dallo stato di miseria in cui versava il
popolo, propose di sostituire tutte le imposte vigenti con una meno onerosa,
il re accett� il suo consiglio, ma mantenendo tutte le vecchie tasse anche
quando impose la nuova. Con met� della popolazione attuale, egli manteneva
un esercito di 450.000 uomini, quasi due volte pi� grande di quello con cui
Napoleone attacc� la Germania: tutto ci� mentre il popolo era ridotto alla
fame al punto di doversi nutrire di erba. Nelle parole di F�nelon, la
Francia all�epoca era un unico immenso ospedale: secondo gli storici
francesi, nell�arco di una sola generazione morirono di stenti ben sei
milioni di persone. Ci furono senza dubbio tiranni pi� violenti e pi�
malvagi di Luigi XIV, ma nessuno come lui us� il proprio potere per
infliggere tante sofferenze e ingiustizie, e l�ammirazione che gli
tributarono gli uomini pi� illustri del suo tempo segna il punto pi� basso a
cui la turpitudine dell�assolutismo abbia mai degradato l�Europa.
D�altro canto, le repubbliche di quell�epoca erano in
gran parte governate in modo da conciliare gli uomini con i vizi meno
intollerabili del regime monarchico. La Polonia, ad esempio, era uno Stato
attraversato da forze centrifughe: ci� che i nobili chiamavano �libert�� non
era altro che il diritto da parte di ciascuno di loro di porre il veto sulle
leggi della Dieta e di opprimere i contadini sulle loro propriet�. Essi
rifiutarono di rinunciare a questi diritti anche all�epoca della
Spartizione, confermando cos� il monito espresso da un predicatore molto
tempo prima: �Voi perirete non per invasione o per guerra, ma per le vostre
infernali libert��. Venezia soffriva invece del difetto opposto, ossia di
un�eccessiva concentrazione del potere. Il suo era certamente un governo tra
i pi� ingegnosi, e il suo errore principale fu quello di attribuire anche
agli altri governi scopi saggi quanto i propri e di sottovalutare passioni e
follie delle quali aveva scarsa nozione. Tuttavia, il potere sovrano a
Venezia era passato prima dalla nobilt� ad un Comitato, poi dal Comitato ad
un Consiglio dei Dieci, infine dai Dieci a tre Inquisitori di Stato: in
questa forma di governo estremamente centralizzata essa si trasform�,
intorno all�anno 1600, in uno spaventoso dispotismo. Ho gi� ricordato in
precedenza come Machiavelli arriv� a formulare una teoria immorale
necessaria alla realizzazione dell�assolutismo regio: l�oligarchia assoluta
di Venezia richiedeva la stessa garanzia contro la rivolta delle coscienze.
Tale garanzia fu fornita da uno scrittore abile come Machiavelli, che
analizz� le esigenze e le risorse dell�aristocrazia e teorizz� che per essa
la miglior sicurezza era il veleno. Senatori veneziani, considerate persone
onorevoli e persino pie, ricorsero cos� all�assassinio per scopi di pubblica
utilit�, con scrupoli non maggiori di quelli mostrati da Filippo II o Carlo
IX.
I cantoni svizzeri, soprattutto Ginevra, esercitarono
un profondo influsso sull�opinione pubblica nell�epoca che precedette la
Rivoluzione francese, ma non ebbero parte in quel primo moto che port� poi
al governo della legge. Quell�onore, tra le repubbliche, va tributato
soltanto ai Paesi Bassi: essi lo conquistarono non grazie alla loro forma di
governo, che era difettosa e precaria (infatti, il partito degli Orange
congiur� costantemente contro di essa e uccise i pi� illustri statisti
repubblicani, e lo stesso Guglielmo III tram� per ottenere l�appoggio
inglese allo scopo di porre sulla propria testa la corona), bens� grazie
alla libert� di stampa, che fece dell�Olanda l�avamposto dal quale, nell�ora
pi� nera dell�oppressione, le vittime degli oppressori poterono far sentire
la loro voce all�Europa.
L�ordinanza di Luigi XIV, nella quale si imponeva ad
ogni protestante francese di abiurare alla propria religione, fu pubblicata
nello stesso anno in cui sal� al trono Giacomo II. Gli esuli protestanti
fecero ci� che avevano fatto un secolo prima i loro antenati: affermarono il
potere dei sudditi di deporre i governanti che avessero infranto il
contratto originario che li univa a loro. E tutte le potenze, esclusa la
Francia, supportarono le loro rivendicazioni, mandando in avanscoperta
Guglielmo d�Orange in quella spedizione che fu la tenue alba di un giorno
pi� luminoso.
L�Inghilterra deve dunque la propria liberazione, pi�
che alla propria forza, a questa combinazione senza precedenti di fattori
verificatasi sul continente. I tentativi posti in essere dagli scozzesi,
dagli irlandesi e infine dal Lungo Parlamento per liberarsi del malgoverno
degli Stuart erano stati vani non per la resistenza della monarchia, ma a
causa della fragilit� della repubblica. Stato e Chiesa erano stati spazzati
via, ed erano state fondate nuove istituzioni sotto la guida del pi� abile
capo politico mai emerso da una rivoluzione. L�Inghilterra, impegnata nel
duro lavoro del pensiero politico, aveva inoltre prodotto almeno due autori
assai lungimiranti sotto molti aspetti. Tuttavia, la Costituzione di
Cromwell venne abbandonata e Harrington e Lilburne andarono incontro prima
alla derisione e poi all�oblio. Il Paese ammise cos� il fallimento della
propria lotta, ne sconfess� gli obiettivi e si prostr� con entusiasmo, e
senza garanzia alcuna, ai piedi di un re indegno.
Se il popolo inglese non fosse riuscito nell�intento di
sollevare l�umanit� dal peso opprimente della monarchia illimitata, avrebbe
fatto pi� male che bene. La fanatica fellonia con cui esso decise la morte
di re Carlo scavalcando il Parlamento e la legge, e l�oscenit� del pamphlet
in latino con il quale Milton giustific� quell�azione davanti al mondo,
diffondendo l�idea che i repubblicani erano ostili tanto alla libert� quanto
all�autorit�, contribuirono infatti a dare forza e ragioni alla corrente
favorevole alla monarchia, che, con la Restaurazione, distrusse la sua
opera. Se non fosse riuscita a rimediare a questo errore di valutazione
politica, l�Inghilterra avrebbe seguito la stessa strada delle altre
nazioni.
A quell�epoca c�era una parte di verit� nel vecchio
adagio che descriveva l�avversione degli inglesi alla speculazione astratta,
e che affermava che tutta la nostra filosofia consisterebbe in sostanza in
due domande: �Che cos�� la mente? Non � materia. Che cos�� la materia? Non
porvi mente�. L�unica autorit� riconosciuta alla quale appellarsi era
infatti quella della tradizione. I patrioti sostenevano di ispirarsi alle
usanze anti�che, e per questo non avrebbero modificato le leggi vigenti in
Inghilterra. Per dare fondamento alla loro tesi, inventarono la leggenda che
la Costituzione proveniva da Troia e che i Romani avevano lasciato che si
conservasse intatta. Essa non ebbe per� effetto contro Strafford, e il
richiamo alle usanze antiche non sempre si dimostrava favorevole alla causa
popolare. In materia di religione � aspetto questo decisivo � l�esperienza
del XVI secolo, cos� come quella del XV, testimoniava a favore
dell�intolleranza. Per ordine dei re, la nazione era passata per ben quattro
volte in una generazione da una fede ad un�altra, con una facilit�
impressionante. In un Paese che aveva bandito via via ogni religione e si
era sottomesso a una straordinaria variet� di provvedimenti penali, non fu
vissuto come un pericolo il fatto di mozzare le orecchie ad un puritano.
Tuttavia, l�epoca era ormai matura per convinzioni pi�
profonde: gli uomini decisero di abbandonare le antiche abitudini che
portavano al patibolo, e di sottomettere la saggezza dei loro antenati e le
leggi del Paese ad una legge non scritta. La libert� religiosa era stata il
sogno di grandi autori cristiani all�epoca di Costantino e di Valentiniano,
un sogno peraltro mai pie�namente realizzato nell�Impero romano e
bruscamente dissolto allorch� i Barbari compresero che era per loro
impossibile governare popolazioni civilizzate appartenenti ad un�altra
reli�gione: per questo fu imposta l�unit� del culto attraverso leggi,
pratiche e teorie anche molto crudeli.
Da Sant�Attanasio e Sant�Ambrogio fino ad Erasmo e a
Moro, in ogni epoca ci fu chi rivendi�c� con fermezza la libert� di
coscienza, e nei tempi di pace che precedettero la Riforma matur� la
legittima aspettativa che essa avrebbe prevalso.
Nello sconvolgimento che segu� l�epoca della Riforma,
gli uomini si accontentarono di tollerarsi reciprocamente attraverso
privilegi e compromessi, rinunciando cos� volontariamente ad una pi� ampia
applica�zione del principio. Il primo a sostenere la tolleranza universale
sulla base dell�idea della separazione fra Chiesa e Stato fu Sozzini; ma
egli indebol� la sua stessa teoria, giacch� fu uno strenuo difensore
dell�obbedienza passiva.
L�idea che la libert� religiosa � il principio
generatore di quella civile, e che la libert� civile a sua volta � la
necessaria condizione di quella religiosa, fu una scoperta riservata al XVII
secolo. Molti anni prima che Milton, Taylor, Baxter o Locke diventassero
noti per la loro parziale condanna dell�intolleranza, all�interno delle
congregazioni indi�pendenti vi fu chi afferm� con grande forza e convinzione
il prin�cipio che la libert� delle Chiese pu� essere assicurata soltanto
riducendo l�autorit� dello Stato. Questa importantissima teoria politica,
che ha santificato la libert� consacrandola a Dio, ed ha insegnato agli
uomini ad aver cara la libert� altrui come la propria e a difenderla per
amore della giustizia e della carit� pi� che per una rivendicazione di
diritto, � stata al centro di tutto ci� che di grande e di buono ha
caratterizzato il progresso degli ultimi due secoli. La causa della
religione, anche se sotto l�influsso della passione terrena, ha avuto un
ruolo pari a quello di qualsiasi teoria politica nel fare di questo il primo
tra i Paesi liberi. Essa aveva attraversato in profondit� il sommovimento
del 1641, e rimase la principale forza propulsiva sopravvissuta alla
reazione del 1660.
I pi� grandi scrittori whig, Burke e Macaulay, hanno
sempre raffigurato gli uomini politici della Rivoluzione come i legittimi
antenati della libert� moderna. � tuttavia sconcertante unire in un�unica
linea genealogica figure come Algernon Sidney (agente pagato dal re di
Francia), Lord Russell (oppositore tanto della tolleranza religiosa quasi
quanto della monarchia assoluta), Shaftesbury (che vide con i propri occhi
lo spargimento di sangue innocente versato per lo spergiuro di Titus Gates),
Halifax (sostenitore della tesi secondo cui la congiura cattolica andava
sostenuta anche se era falsa), Marlborough (che mand� i suoi compagni a
morire in una spedizione che egli stesso aveva venduto ai francesi), Locke
(la cui idea di libert� comprende la sicurezza della propriet�, ed � dunque
conciliabile con la schiavit� e la persecuzione), o persino Addison, secondo
cui il diritto di votare sulle imposte non spettava ad alcun Paese ad
eccezione del suo. Defoe attesta che dall�epoca di Carlo II a quella di
Giorgio I non conobbe alcun politico che professasse veramente la fede
sostenuta dal proprio partito; la spregiudicatezza degli uomini politici che
guidarono la rivolta contro gli ultimi Stuart fece cos� arretrare la causa
del progresso per un secolo.
Quando si cominci� a sospettare quale fosse l�autentico
significato dell�accordo segreto con il quale Luigi XIV si impegnava ad
aiutare Carlo II con un esercito per sgominare il Parlamento � a patto per�
che Carlo abolisse la Chiesa anglicana � si ritenne necessa�rio fare qualche
concessione al popolo. Si propose dunque che, una volta salito al trono
Giacomo, gran parte delle prerogative regie sarebbero state trasferite al
Parlamento; allo stesso tempo, sarebbero state abolite le discriminazioni
nei confronti di non-conformisti e cattolici. Se fosse stato approvato il
Limitation Bill, promosso con grande abilit� da Halifax, la Co�stituzione
monarchica avrebbe fatto pi� passi avanti nel XVII secolo di quanti ne
avrebbe poi fatti sino alla met� del XIX. Ma i nemici di Giacomo, capitanati
dal principe di Orange, preferirono un re protestante � che si sarebbe
rivelato quasi assoluto � ad un re costituzionale cattolico. Il progetto
legislativo and� cos� incontro al fallimento e Giacomo, con la successione,
acquis� un potere che in mani pi� accorte sarebbe stato praticamente
incontrollato: la tempesta che lo avrebbe portato al naufragio iniziava cos�
a presentarsi all�orizzonte.
Arginando il predominio della Francia, la Rivoluzione
del 1688 sferr� il primo colpo al dispotismo continentale: in patria essa
contribu� a calmare il dissenso religioso, ad emendare la giurisdizione e a
sviluppare energie e risorse nazionali. Con l�Act Of Settlement, infine,
port� la Corona in dote al popolo. Tuttavia, essa non introdusse n� produsse
alcun principio importante, e il fatto che i due partiti fossero in grado di
lavorare di concerto non contribu� a risolvere la questione aperta tra whigs
e tories. Al posto del diritto divino dei re essa introdusse, per usare le
parole di Defoe, il �diritto divino dei liberi proprietari�, cosicch� il
loro predominio dur� per settant�anni, sotto l�autorit� di John Locke, il
filosofo del governo della gentry. Nemmeno Hume riusc� ad allargare i
confini delle sue idee, e la sua fede materialistica nella connessione tra
libert� e propriet� fece sentire il suo fascino anche sulla mente
dell�audace Fox. Con la sua idea che i poteri del governo debbano essere
di�visi secondo la loro natura, e non secondo le divisioni di classe (idea
poi ripresa e sviluppata da Montesquieu), Locke pu� essere considerato
l�iniziatore del lungo dominio delle istituzioni inglesi in terre straniere.
La sua dottrina della resistenza o, come egli giunse a definirla in seguito,
dell�appello al Cielo, ispir� il giudizio di Chatham in un momento di grande
trasformazione nella storia mondiale. Il nostro sistema parlamentare,
controllato dalle grandi famiglie rivoluzionarie, era un meccanismo in virt�
del quale gli elettori erano costretti � e i legislatori indotti � a votare
contro le proprie convinzioni: l�intimidazione esercitata sui collegi
elettorali era ricompensata con la corruzione dei loro rappresentanti.
�Intorno al 1770 la situazione era pressoch� ritornata
a quelle condizioni che si sperava la Rivoluzione avrebbe superato per
sempre, e l�Europa sembrava incapace di diventare la patria degli Stati
liberi. Dall�America irruppero, sotto il nome di �diritti dell�Uomo�, le
idee che gli uomini devono badare ai propri affari e il popolo �
responsabile di fronte a Dio per le azioni compiute dallo Stato � idee a
lungo chiuse nel cuore di pensatori solitari e nascoste tra lolia latini. In
base alla lettera della legge, era difficile stabilire se il potere
legislativo inglese godesse per Costituzione del diritto di imporre tri�buti
ad una sua colonia. Da parte dell�autorit� vi era una vasta e diffusa
presunzione, e il mondo riteneva che dovesse esse�re considerata sovrana la
volont� del potere costituito, e non quella del popolo soggetto. Solo pochi
audaci pensatori giunsero ad affermare che in caso di estrema necessit� si
pu� opporre resistenza al potere legittimo. Ma i coloni d�America, che non
erano partiti in cerca di ricchezze bens� per fuggire da leggi sotto le
quali altri inglesi erano contenti di vivere, erano cos� sensibili anche
alle apparenze che le Blue Laws del Connecticut proibivano ai mariti di
andare in chiesa camminando ad una distanza dalle loro mogli inferiore ai
dieci piedi.
L�imposta proposta, che era di sole dodicimila sterline
l�anno, avrebbe potuto essere tollerata senza difficolt�, ma le ragioni per
cui a Edoardo I e al suo Consiglio non era stato permesso di imporre tasse
all�Inghilterra erano le stesse per le quali Giorgio II e il suo Parlamento
non avrebbero dovuto imporre tasse all�America. Il dibattito riguardava un
principio preciso, vale a dire il diritto di esercitare un controllo sul
governo. Inoltre, esso riguardava l�idea secondo la quale il Parlamento
eletto in una consultazione senza valore non aveva alcun legittimo diritto
su un popolo non rappresentato, e costituiva un richiamo per il popolo
inglese affinch� riprendesse il proprio potere. I nostri migliori statisti
compresero che, qualsiasi fosse stata la legge, erano in gioco i diritti del
popolo. In alcuni discorsi memorabili in Parlamento, Chatham esort�
l�America a non cedere. Il cancelliere Lord Camden afferm�: �Tassazione e
rappresentanza sono legate inseparabilmente l�una all�altra. Dio stesso le
ha unite. Nessun Parlamento britannico pu� separarle�. Con gli elementi
forniti da quella crisi Burke deline� la pi� nobile filosofia politica del
mondo: �Io non so in base a quale criterio�, afferm�, �si possa formulare
un�imputazione contro un intero popolo. I diritti naturali dell�umanit� sono
sacri, e se viene dimostrato che un pubblico provvedimento arrechi ad essi
un qualsiasi danno, tale obiezione dovrebbe risultare fatale per quel
provvedimento, quand�anche contro di esso non potesse essere impugnata
nessuna carta. Soltanto una ragione sovrana, superiore ad ogni forma di
legislazione e amministrazione, va considerata valida�. In questo modo,
esattamente cento anni fa, la reticenza opportunistica e l�irresolutezza
politica dei governanti europei vennero finalmente infrante, e si fece
strada il principio secondo il quale un popolo non pu� mai abbandonare il
proprio destino nelle mani di un�autorit� che esso non pu� controllare. Gli
americani posero questo principio a fondamento del loro governo. Anzi,
fecero di pi�: dal momento che avevano sottoposto tutte le autorit� civili
alla volont� popolare, circondarono la volont� popolare di restrizioni che
il potere legislativo britannico non avrebbe tollerato.
Durante la Rivoluzione francese, l�esempio
dell�Inghilterra, a cui si era fatto a lungo riferimento, non riusc� neanche
minimamente a competere con l�influenza di un Paese le cui istituzioni erano
organizzate tanto sapientemente da tutelare la libert� anche contro i
pericoli stessi della democrazia. Quando Luigi Filippo divenne re assicur� a
Lafayette, un vecchio repubblicano, che quanto aveva visto negli Stati Uniti
lo aveva persuaso che la repubblica era la migliore forma di governo. Circa
55 anni fa, durante la presidenza Monroe, ci fu un periodo ancora oggi noto
come �epoca dei buoni sentimenti�, in cui tutte le incon�gruenze risalenti
agli Stuart erano state appianate e le successive cause di divisione erano
ancora inoperanti. I motivi di turbamento del Vecchio mondo � l�ignoranza
del popolo, la povert�, il pericoloso contrasto tra ricchi e poveri, i
conflitti religiosi, il debito pubblico, gli eserciti stanziali e la guerra
� erano del tutto sconosciuti. Nessun�altra epoca e nessun altro Paese
avevano affrontato con simile successo i problemi legati allo sviluppo di
societ� libere...
Ora, pur essendo giunto al termine del tempo concesso a
mia disposizione, sono arrivato a malapena all�inizio del compito che mi ero
prefissato. Nelle epoche di cui ho parlato, la storia della libert� era la
storia di qualcosa di non esistente; tuttavia, a partire dalla Dichiarazione
d�Indipendenza o, pi� precisamente, da quando gli Spagnoli, privati del
proprio re, si diedero una nuova forma di governo, le uniche due forme di
libert� note � ovvero la monarchia costituzionale e la repubblica � hanno
fatto molta strada nel mondo. Sarebbe stato interessante soffermarsi anche
sulla reazione dell�America nei confronti delle monarchie che erano state
determinanti per il conseguimento della sua indipendenza; oppure descrivere
come l�improvvisa ascesa dell�economia politica abbia suggerito l�idea di
applicare i metodi della scienza all�arte del governo; o considerare co�me
Luigi XVI, dopo aver ammesso l�inutilit� del dispotismo, si appell� alla
Nazione per fare ci� che andava al di l� delle sue facolt�, per poi lasciare
il potere alla classe media, e come gli uomini colti della Francia,
rabbrividendo ai terribili ricordi della propria esperienza, lottarono per
chiudere i conti con il passato, per poter liberare i propri figli dal
Principe del Mondo, fino a che non venne gettata via anche la pi� favorevole
opportunit� mai data al mondo, perch� la passione dell�eguaglianza aveva
vanificato la speranza della libert�.
Avrei inoltre desiderato riflettere su come lo stesso
deliberato rifiuto delle norme morali che aveva spianato la strada alla
mo�narchia assoluta e all�oligarchia avesse portato all�avvento della
rivendicazione democratica del potere illimitato; su come uno dei pi�
illustri campioni di quest�ultima avesse rivendicato per s� il diritto di
corrompere il senso morale degli uomini al fine di distruggere l�autorit�
della religione; e infine su come un famoso difensore dell�Illuminismo e
della tolleranza desiderasse che l�ultimo re fosse strangolato con le
budella dell�ultimo prete.
Mi sarebbe poi piaciuto spiegare la connessione tra la
dottrina di Adam Smith, secondo cui il lavoro � la fonte originaria di ogni
ricchezza, e la tesi per la quale il popolo � composto sostanzialmente dai
produttori di ricchezza, per mezzo della quale Siey�s sovvert� la storia
della Francia. Cos� come sarebbe stato interessante mostrare come la
definizione del contratto sociale di Rousseau, che lo considerava
un�associazione volontaria tra soci eguali, condusse Marat a sostenere che
le classi pi� povere erano esentate, per la legge dell�auto-conservazione,
dalle condizioni stabilite da un contratto che le ricompensava soltanto con
la miseria e la morte, e che per questo esse erano in guerra con la societ�
e avevano diritto a tutto ci� che riusci�vano a procurarsi sterminando i
ricchi. La loro ferrea teoria dell�eguaglianza, in quanto eredit� principale
della Rivoluzione, insieme alla dichiarata incapacit� della scienza
economica di affrontare i problemi dei poveri, fece riemergere l�idea di una
rigenerazione della societ� fondata sul principio del sacrificio personale.
Questa era stata la generosa aspirazione dei primi cristiani, dei Padri
della Chiesa, dei canonici e dei frati; e poi ancora di Erasmo, il pi�
illustre precursore della Riforma, di Sir Thomas More, la sua pi� illustre
vittima, nonch� di F�nelon, il pi� popolare tra i vescovi. Tuttavia, durante
i quarant�anni trascorsi dal suo ritorno in auge, essa venne associata
all�odio, alla ferocia e allo spargimento di sangue, tanto da rappresentare
ancora oggi il nemico pi� pericoloso sul nostro stesso cammino.
Infine, avendo mostrato quanto sterili fossero le
convulsioni che sollevarono i peccati della repubblica alla stessa altezza
di quelli della monarchia, e come il principio di legittimit�, che ripudi�
la Rivoluzione, e l�imperialismo, che la coron�, non erano che differenti
travestimenti dello stesso elemento di violenza e sopruso, avrei desiderato
indicare da chi e attraverso quali collegamenti fu scoperta la vera legge
della formazione degli Stati liberi, cosicch� il mio discorso non si
concludesse con una massima o una morale. Questa scoperta, cos� strettamente
legata a quelle che, sotto la denominazione di sviluppo, evoluzione e
continuit�, hanno for�nito un nuovo metodo alle altre scienze, ha in qualche
modo risolto l�antico problema del rapporto tra stabilit� e mutamento, e
mostrato quanta sia stata l�autorit� esercitata dalla tradizione sul
progresso del pensiero. La teoria che Sir James Mackintosh illustr� dicendo
che le Costituzioni non vengono create, ma nascono � la teoria secondo la
quale i produttori del diritto sono i costumi e le caratteristiche nazionali
dei governati, e non la volont� dei governanti, e che pertanto la nazione,
in quanto fonte delle proprie istituzioni organiche, dovrebbe essere
investita della perpetua custodia della loro integrit� � giunse, grazie alla
singolare cooperazione tra l�intelletto pi� con�servatore e una rivoluzione
con spargimento di sangue, tra Niebuhr e Mazzini, a produrre l�idea di
nazionalit�, che ha governato lo sviluppo della nostra epoca molto pi� di
quella di libert�.
Prima di concludere, intendo richiamare l�attenzione su
un fatto significativo: gran parte della dura lotta, del pensiero e della
resistenza che hanno contribuito a liberare l�uomo dal potere dell�uomo �
stata opera dei nostri connazionali e dei loro discendenti che hanno vissuto
in altri Paesi. Come altri popoli, noi abbiamo dovuto confrontarci con
monarchi dotati di forte volont� e di risorse assicurate loro dalle
propriet� straniere, con uomini di rare capacit� e con intere dinastie di
tiranni al potere per diritto di nascita. E tuttavia, questa orgogliosa
rivendicazione resta sullo sfondo della nostra storia. Ad una sola
generazione dalla Conquista, i Normanni furono costretti ad accogliere con
una certa riluttanza le richieste del popolo inglese. Quan�do il conflitto
tra Chiesa e Stato si estese all�Inghilterra, i nostri prelati iniziarono ad
associarsi con la causa popolare e, salvo rare eccezioni, n� lo spirito
gerarchico del clero straniero, n� la predisposizione alla monarchia
caratteristica dei Francesi, caratterizzarono gli autori di scuola inglese.
Il diritto civile, trasmesso dall�Impero decaduto per fungere da fondamento
del potere assoluto, rest� estraneo all�Inghilterra; il diritto canonico fu
accolto con molte limitazioni, e questo Paese non accett� mai
l�Inquisizione, n� accolse del tutto l�uso della tortura che tanti terrori
port� nelle monarchie del continente. Alla fine del Medioevo, gli autori
stranieri riconoscevano la nostra superiorit� e la addebitavano proprio a
questi fatti. In seguito, la nostra gentry mantenne delle possibilit� di
autogoverno locale che nessun altro Paese possedeva; le divisioni religiose
costrinsero alla tolleranza e la confusione della common law insegn� al
popolo che la miglior garanzia era l�indipendenza e l�onest� dei giudici.
Tutte queste spiegazioni restano in superficie, ma
possono essere soltanto l�effetto di una causa costante che risiede nelle
stesse qualit� naturali di perseveranza, moderazione, individualismo e
virile senso del dovere che hanno portato la razza inglese alla supremazia
nell�austera arte del lavoro, alla prosperit� senza pari anche su lidi
inospitali, e che (nonostante nessun altro popolo abbia meno desiderio di
gloria e sete di sangue) fece esclamare a Napoleone, mentre fuggiva a
cavallo da Waterloo: �� stato sempre cos�, fin da Crecy�.
Se esistono dunque buone ragioni per essere orgogliosi
del passato, ve ne sono di ancora maggiori per sperare nel tempo a venire.
Il nostro vantaggio cresce, mentre altre nazioni temono i loro vicini o sono
avide dei loro beni. Non mancano certo anomalie e difetti, ma sono minori,
pi� tollerabili e meno evidenti di un tempo.
Lungo il duro ed estenuante cammino attraverso il quale
gli uomini sono giunti alla libert�, la luce che ci ha guidato non si �
ancora esaurita, e le motivazioni che ci hanno condotto cos� lontano alla
testa delle nazioni libere non hanno ancora dissipato tutta la loro energia:
perch� la storia del futuro � scritta nel passato, e ci� che � stato � lo
stesso di ci� che sar�. (Traduzione di Flavio Felice)