LE ERESIE ECONOMICHE DEGLI STATALISTI

di Michael Novak

(Riceviamo e pubblichiamo. Michael Novak è membro del Comitato scientifico del Centro Studi Tocqueville-Acton)

Che cosa ci sia nella nuova enciclica di papa Benedetto XVI non è ancora dato sapere. I cattolici di sinistra e i progressisti sono già in trepidazione. I loro palesi errori sono di già apparsi nelle loro ansimanti anticipazioni.

Mi si consenta di dire senza indugio. Un’accurata presentazione del capitalismo, almeno come esso concretamente è, richiede di almeno tre modeste affermazioni:

1. I processi di mercato funzionano bene solo se sottoposti ad un sistema di regole, e solo sulla base di regole del gioco certe. “Un mercato senza regole” è una finzione dell’immaginazione.

2. Nell’attuale pratica capitalistica, la passione per la creatività, l’invenzione e l’innovazione imprenditoriale sono elementi moto più significativi dell’avidità.

3. La ragione sistemica fondamentale che ha caratterizzato lo spirito del capitalismo è l’imperativo di liberare i poveri del mondo dalla diffusa tremenda povertà. Questo motivo va al cuore dell’importante vittoria di Adam Smith su Thomas Malthus, sulla prospettiva di benessere (piuttosto che della fame) per i poveri.

Dalle origini del moderno capitalismo, dagli anni ottanta del diciottesimo secolo in poi, più dei due terzi della popolazione mondiale è uscita dalla povertà. Soltanto in Cina ed in India, negli ultimi quaranta anni, più di 500 milioni di persone sono uscite dal baratro della povertà. In quasi tutte le nazioni l’età media si è innalzata ed il numero della popolazione si va espandendo. Il benessere è cresciuto in quasi tutte le sue dimensioni, e l’alfabetizzazione è stata portata nei posti più remoti, lì dove non era mai arrivata. Qualunque siano state le ragioni degli individui, il sistema ha innalzato i poveri come mai nessun altro sistema aveva fatto prima.

La sinistra contemporanea si rifiuta sistematicamente di fare i conti con una simile realtà.

Padre Thomas Reese, S.J., uno dei più importanti propagandisti di sinistra, recentemente ha immaginato che la nuova Enciclica di Benedetto XVI chiederà una maggiore “regolamentazione”, piuttosto che un “mercato senza regole”. Inoltre, sostiene che denuncerà l’avidità. Infine, inviterà a prestare maggiore attenzione ai bisogni urgenti per sollevare le condizioni dei poveri del mondo.

A parere di Reese queste sarebbero posizioni anti-capitaliste. Tutto ciò è ridicolo. Queste posizioni spiegano il motivo per cui il capitalismo ha funzionato nel tentativo di liberare i poveri, prima negli Stati Uniti ed in seguito in Europa, passando di continente in continente, come adesso sta accadendo in Asia, molto velocemente (sebbene non ancora in Nord Corea).

Padre Reese sostiene che il Papa accuserà “l’avidità” dei banchieri statunitensi per via dell’attuale crisi finanziaria globale. Se è vero che molte istituzioni hanno fallito nell’esercizio del loro dovere, l’azione del governo è stata la principale responsabile dell’attuale crisi. Il Governo ha costretto le banche americane a creare prestiti sub-prime per le famiglie povere (che sapevano di non poter pagare le loro ipoteche a condizioni normali). Ciò ha spaventato le banche che non hanno investito in pacchetti di ipoteche tossiche.

Il Governo ha anche garantito il funzionamento di due enormi compagnie ipotecarie quasi-pubbliche ("Fanny Mae" e "Freddy Mac"), le quali hanno sottoscritto più della metà di tutte le ipoteche degli ultimi anni. Naturalmente, quando il castello di carta è caduto, il Governo non ha garantito nulla e non si è neppure assunto la responsabilità di quanto stava accadendo.

Per almeno dieci anni prima che il disastro si consumasse, i miei colleghi dell’American Enterprise Institute hanno denunciato gli abusi del governo il quale ci stava portando verso questa calamità. I partigiani dello statalismo (big government) non hanno voluto dare loro retta.

I moralisti farebbero bene a riflettere su quanto spesso (non sempre) lo stesso apparato governativo possa peccare contro il bene comune, essere mosso dalla brama di potere e di dominio sugli altri. Inoltre, spesso (non sempre) il governo produce regolamentazioni folli e distruttive, e spesso dispensa giustizia a comando e non disinteressata. Il governo è molto spesso l’agente che ferisce il bene comune piuttosto che esprimere le ordinarie azioni legali dei liberi cittadini. Nel corso del ventesimo secolo, troppo spesso i governi hanno distrutto il bene comune dei cittadini per gli anni a venire.

Negli Stati Uniti, l’attuale Codice di Regolamentazione per gli affari è enorme. Il Titolo 12 che riguarda le banche e l’attività bancaria conta di 4786 pagine, il Titolo 15 che riguarda il commercio estero conta di 1941 pagine, il Titolo 16, che si occupa delle pratiche commerciali presenta ben 1600 pagine, il Titolo 17, sulla sicurezza dei cambi ha 2708 pagine, il Titolo 31: “Moneta e Finanza”, è di 1917 pagine.

Un vero e proprio “mercato non regolato”! No, nel mondo reale il capitalismo americano appare sempre più come un Gulliver legato da migliaia di funi. Molte delle regolamentazioni sono vecchie, obsolete, costose e distruttive, e nei loro effetti reali finiscono per neutralizzare le eventuali buone intenzioni per le quali sono state poste in essere. Ad ogni modo, le regole ci sono ed è necessario che ci siano. Senza regole come potremmo mai giocare a baseball?

A proposito di avidità, Max Weber ha evidenziato che essa è presente in ogni epoca ed in ogni sistema della storia umana. Ancora, che l’avidità era maggiormente centrale nell’antichità piuttosto che nei nostri giorni, e che giocava un ruolo più decisivo. Ed oggigiorno, l’avidità fiorisce particolarmente lì dove il potere degli apparati burocratici statali è concentrato.

Di contro, nelle società basate sulla libera impresa come gli Stati Uniti, è possibile diventare ricchi, anche molto ricchi, senza ricorrere all’avidità. Le grandi università del Middle West e del Far West sono state fondate espressamente per fornire nuove invenzioni da adottare nel campo minerario, agricolo e in altri ambiti tecnologici. Texas A & M, Iowa State, Wisconsin State, Oklahoma State ed altre istituzioni simili sono state la fucina di idee in ambito geologico, militare, ingegneristico ed elettronico – idee rese concrete da produttori di beni e di servizi. Essi hanno potentemente servito il bene comune degli americani e dell’intera umanità.

Come ha saggiamente commentato Giovanni Paolo II nel paragrafo 32 della Centesimus Annus, la conoscenza pratica è la maggiore causa di ricchezza al giorno d’oggi. Le idee, piuttosto che i grandi latifondi, sono la principale forma di ricchezza. Come in un tempo ormai remoto hanno osservato sia Cicerone sia Cesare, sebbene sembri che la proprietà in comune serva meglio il bene comune, in pratica un tale servizio è svolto dalla proprietà privata. Il diritto di proprietà privata è stato a lungo giustificato per la sua virtù di servire meglio il bene comune.

Negli Stati Uniti, molti e molti imprenditori sono pronti a perdere tutto ciò che hanno, al fine di creare qualcosa di nuovo, che renderà la vita migliore per coloro che verranno. Henry Ford ha conosciuto diversi fallimenti prima di dar vita alla Ford Motor Company, il grande modello d’intrapresa che un tempo è stato. (E’ stato il primo stabilimento industriale nella storia a pagare i suoi lavoratori cinque dollari al giorno, a quel tempo, un lavoratore generico guadagnava in media 1.500 dollari l’anno. Le ragioni di Ford, ovviamente, non erano dettate dall’altruismo; egli era interessato che i suoi lavoratori potessero acquistare le macchine che costruivano)

In pratica, ogni costruttore di strada ferrata che operò nel Nord e nel Sud degli Stati Uniti durante il diciannovesimo secolo ha prosperato, Oscar Handlin ebbe modo di notare. Quasi ogni magnate che tentò di fare lo stesso nell’Est e nell’Ovest fallì. Ciò che spinse gli uomini ad intraprendere non fu tanto l’avidità quanto il puro romanticismo – la conquista del deserto e delle montagne. L’elemento del romanticismo negli affari è semplicemente non colto dai materialisti dialettici.

In breve, quasi tutte le critiche di sinistra rivolte agli Stati Uniti e ad alcune altre forme di capitalismo sono empiricamente false. Non colgono i fatti reali, ma le seguenti tre: mercati non regolati, avidità e l’idea che il capitalismo peggiori la condizione dei poveri nel mondo sono particolarmente fastidiose e molto lontane dalla realtà.

Vorranno tutti questo bravi cattolici di sinistra che annunciano la loro entusiastica “preferenza per i poveri” aiutare realmente i poveri a liberarsi dalla povertà, anche di poco? L’esperienza storica mostra una scarsa evidenza di ciò.

Ed ancora, ovunque avanzi un sistema capitalistico basato sull’inventiva, i poveri cominciano a liberarsi dalla povertà, raggiungono un maggior livello di benessere fisico ed un più alto livello d’istruzione.

Si considerino gli esempi forniti dalla storia.