Cronache quotidiane dal Conclave - Una preghiera per i Cardinali elettori

di Robert Royal - 11 Marzo 2013

Lunedì, l’ultimo giorno prima dell’inizio del Conclave, è stato un giorno di riflessione. I Cardinali si sono incontrati nuovamente e hanno esaminato diverse questioni, ma hanno votato per interrompere la discussione dopo la sessione del mattino. Questa decisione può far pensare che vogliano dedicare del tempo, almeno per ora, alla preghiera e al raccoglimento, piuttosto che all’analisi dei “problemi”.

Ci sono molte notizie dell’ultimo minuto, non necessariamente precise, circa le coalizioni che si verranno a formare. I conoscitori dell’area latino-americana sostengono che la candidatura del brasiliano Odilo Scherer, ben vista dalla curia romana, sia in realtà un diversivo per distogliere l’attenzione e che ha poco sostegno fra gli stessi cardinali latino-americani. Molti dei quali, sorprendentemente, sembrano guardare con interesse il Cardinale di Boston Sean O’Malley, un uomo con una lunga esperienza in Sud America (e che, tra le altre, parla lo spagnolo e il portoghese).

La sorpresa la si può cogliere in un paio di passaggi. In primo luogo, l’America latina ha provato per lungo tempo un certo risentimento nei confronti dell’America del Nord, giustificato per diverse ragioni, a causa del modo con il quale (in particolare da parte degli Stati Uniti) si è cercato di influenzare la politica al di sotto del Rio Grande. In secondo luogo, l’addetto stampa del Cardinale O’Malley, Terry Donilon, è il fratello del Consigliere per la Sicurezza Nazionale del Presidente degli Stati Uniti Obama, Tom Dolinon. In un passato non molto lontano, i Latino Americani (e non solo loro), avrebbero pensato che votare un Papa americano significasse affidare la gestione congiunta del mondo al Vaticano e alla Cia.

Fortunatamente non è più il caso di fare simili collegamenti, o per lo meno non è così automatico. E considerare superata una simile paura rappresenta un fattore positivo sia per la Chiesa sia per il mondo.

Però, ancora una volta, soffermiamoci sui numeri. Saranno 115 i Cardinali che entreranno nella Cappella Sistina. Dal momento che occorrono i due terzi per diventare Papa, qualcuno dovrà arrivare a 77 voti nei prossimi giorni – e io credo che ci si arriverà nell’arco di pochi giorni.

Tra gli elettori, 60 provengono dall’Europa, 14 dal Nord America e 18 dall’America Latina. I rimanenti (solo 22) dagli altri Paesi. Ma non fatevi ingannare da questa ripartizione, come se rappresentasse l’insieme degli interessi dentro un partito americano. Per esempio, ci sono spaccature fra gli italiani, il più grande gruppo nazionale (28) orientato maggiormente verso Scola ma anche con preferenze, specialmente fra i curiali, verso Scherer. E ricostruzioni simili si possono fare anche per altri raggruppamenti di grandi dimensioni.

Ho provato a chiedermi se si può prevedere qualcosa con certezza su cosa accadrà nei prossimi giorni, ma la risposta è semplicemente negativa. Tuttavia, mi viene in mente un racconto. Nei secoli passati, uno dei modi utilizzati dai professori per insegnare logica prendeva le mosse da un sillogismo comune:
a) Tutti i cigni sono bianchi
b) X è un cigno
c) Quindi X è bianco

Questo è stato un ottimo esempio, ma solo fino a quando gli esploratori europei non sono arrivati in Australia e lì hanno scoperto i cigni neri. Il ragionamento è utile solo come base di partenza. Se si dovesse giudicare da quello che è successo durante il secolo scorso, questa dovrebbe essere una transizione relativamente veloce. Nonostante tutta l’enfasi che vogliamo dare alla “crisi” che tocca la Chiesa, la situazione è più grave di quando Pio XII è stato eletto poco prima della Seconda guerra mondiale, o della situazione creatasi negli anni settanta quando Paolo VI dovette far fronte ai problemi seguiti al Concilio Vaticano II? Anche considerando il problema della pedofilia, non bisogna enfatizzare eccessivamente i problemi attuali.

Ciò detto, tuttavia, è ancora possibile che l’equivalente morale di un cigno nero emergerà nei prossimi giorni, modificando le classiche consuetudini con le quali viene eletto un Papa. Uno dei particolari che mi fanno ben sperare me lo ha raccontato una donna che vive nei pressi della Casa di Santa Marta (dove saranno ospitati i cardinali nei prossimi giorni). I dispositivi installati dalle squadre di sicurezza hanno interrotto il suo collegamento a internet.

Una delle mie preoccupazioni, se avete seguito queste mie cronache, è che persone senza scrupoli o anche simpatizzanti di Vatileaks (che ancora esistono dentro il Vaticano) potrebbero manomettere il sistema di sicurezza. Ci sono stati sorprendenti fughe di notizie dalla Congregazione Generale. E una persona prudente vorrebbe che si fosse preparati qualora qualcuno facesse uscire delle notizie anche dal Conclave, un appuntamento certamente più importante.

Sappiamo che i cinesi riescono a introdursi facilmente nelle basi del Pentagono. Preghiamo affinché le squadre incaricate per proteggere la segretezza del Conclave siano all’altezza del loro compito.

E preghiamo per i Cardinali elettori che oggi sceglieranno l’uomo che sarà il successore di Pietro e Vicario di Cristo per noi nei prossimi anni, in un tempo profondamente confuso.