Forum Economia e Persona

L'economia è naturaliter per la persona perchè nell'ambito di ciò che riguarda gli affari sociali non esiste che la persona. Tutto è riducibile ad essa: solo la persona agisce, pensa, soffre, spera, gioisce e sceglie. Nel campo dell'umano tutto è riducibile alla persona, dalle istituzioni più complesse - organizzazioni di uomini che cooperano (cum-petono) e concorrono (cum-corrono) - alla realizzazione di opere che finiscono per trascendere nel tempo e nello spazio il loro immediato e legittimo ininteresse.

Se l'economia, il discorso, l'analisi, la riflessione su di essa, non può che essere finalizzata alla persona: al suo bene ovvero al suo male e alla verità della sua unica ed irripetibile esistenza ovvero alla falsità e all’abbrutimento che può giungere fino alla negazione ed al totale disprezzo della sua umanità, allora significa che la persona stessa non può fare a meno dell'economia, tanto della sua dimensione pratica (artistica) quanto della sua dimensione teorica (analitica). La contingenza che contraddistingue la persona umana, il suo essere ignorante e fallibile, imperfetto, ma perfettibile, fa dalla scienza - come della pratica economica - uno strumento privilegiato di cooperazione, mediante il quale si attiva un processo di scoperta teso alla soluzione di umanissimi problemi allocativi, legati alla scarsità delle risorse.

Scarse nei termini di quantità disponibile e scarse in termini di possibili allocazioni alternative. Un'economia per l'uomo presume in primo luogo una prospettiva antropologica di tipo relazionale ed una epistemologica di tipo personalistico. Se scompare l'uomo o se diventa secondario, fino a diventare marginale, le ragioni della persona saranno sostituite dalle ragioni delle organizzazioni (stato, classe, razza, partito) e la persona potrà sempre essere sacrificata sull'altare di "forze maggiori". In realtà, tali forze non esistono se non nella mente delle stesse persone che decidono di abdigare alla prima e fondamentale regola dell'agire umano: esistono solo persone, persone associate in milioni di modi diversi per perseguire milioni di finalità diverse, ma la comprensione e la spiegazioni di tali organizzazioni e di simili finalità non potranno mai prescindere dalla realtà che ad agire saranno sempre singole persone, a volte buone, a volte cattive, ma pur sempre persone.

Il legame che indissolubilmente lega l'economia alla persona permette di comprendere il perchè la scienza economica non possa prescindere dalla morale. La scienza economica, infatti, considera l'uomo l'oggetto della soddisfazione cui è destinata e considera il suo successo il risultato di questa soddisfazione perchè guarda l'uomo solo dall'esterno. La scienza morale, applicata all'economia, permette invece di considerare le azioni umane dall'interno dell'uomo, secondo il senso che conferisce loro e il modo con cui le realizza. Agendo senza impulso o riflessione morale, l'economia perciò non riesce a considerare i sentimenti interiori che sono fondamentali nella vita dell'uomo, quali la visione di bene e male, l'amore e l'odio, la motivazione o demotivazione, il rancore o riconoscenza, la capacità di verità o menzogna, il senso del dovere ecc..., e senza comprendere questi sentimenti non può realisticamente pensare di capire, spiegale e valutare i comportamenti umani. Per questo motivo, la scienza economica, occupandosi dei bisogni materiali dell'uomo, non può bastare a soddisfare l'uomo. Essa conosce dell'uomo solo le teorie di comportamento economico, non certo la vita interiore; e così finisce per non riuscire a comprendere di cosa questo necessita realmente.

In economia politica la formula delle nostre civiltà occidentali è quella di guardare gli eventi (crisi, sviluppo, nascite, invecchiamento della popolazione, globalizzazione e così via...) utilizzandoli per prendere decisioni politiche, spesso con la pretesa di migliorare la vita dell'uomo stesso. E ciò, nella maggior parte dei casi, prescindendo da qualsivoglia visione antropologica. In realtà però, il limite dell'uso dell'economia e del realismo economico non può che essere la risposta alla domanda: cos'è l'uomo.

Il Forum Economia & Persona costituito dal Centro Studi Tocqueville-Acton nasce da tali riflessioni. Esso vuole perciò essere un luogo di dibattito, di elaborazione ed approfondimento sull'economia - ed in particolare, sulle tematiche legate allo sviluppo economico, alla concorrenza e alla regolazione dei mercati - ponendo al centro l'uomo, con i suoi bisogni e le sue debolezze. Tutto ciò, favorendo l'incontro tra la scienza economica e la scienza morale.